martedì 5 novembre 2019

Accettare il dolore, trovare la speranza

Ci sono scale che sono più faticose di altre, sono più ripide, sono infinite. Scale alla fine delle quali arrivi senza fiato, con il cuore in gola. Davanti a te trovi una porta antipanico, in teoria facile da aprire, in realtà pesante come se dall’altra parte ci fosse la paura a opporsi. E forse c’è.

Quando si affrontano le scale che si arrampicano lungo i nove piani del Dea, il nuovo padiglione del San Matteo a Pavia, si è investiti da questo vortice di sensazioni, che rallenta il passo e spezza il respiro. Camminando poi nei 65mila metri quadrati della struttura ci si scontra con tante domande: da dove veniamo? A cosa tendiamo? Chi o cosa è in grado di garantirci la felicità? Cos’è il male? Perché esiste la sofferenza? Siamo liberi?

E proprio su questi interrogativi vuole riflettere il nuovo gruppo di studio nato da un’alleanza fra la diocesi di Pavia, l’ateneo pavese e l’Irccs policlinico San Matteo. 

Il logo del comitato Mai troppo umano, nato a Pavia da un'alleanza fra diocesi, università e San Matteo

Nome del comitato? “Mai troppo umano”. Obiettivo del comitato? Stimolare un dibattito vivace attorno ai temi che riguardano la comprensione della nostra condizione umana. «Le risposte a questi interrogativi non devono essere mai troppo umane – spiega mons. Corrado Sanguineti, vescovo di Pavia –, ovvero non devono mai escludere all’interno di una ricerca franca e onesta la possibilità che le soluzioni abitino anche nella fede cristiana e nella sua intelligenza teologica. Contro una tendenza, tipicamente contemporanea, a ridurre la fede a una mera esperienza personale e intima, totalmente slegata dalla quotidianità e dalle scelte fondamentali della vita».

Se oggi il dolore è il vero grande assente dal dibattito pubblico, il comitato vuole interpellare le coscienze riguardo questo aspetto della vita, che lega tutti gli uomini e che prima o poi, seppur in forme diverse, bussa alla porta della vita di tutti. Questa riflessione pienamente laica diviene quindi pienamente religiosa nella misura in cui, nel cercare risposte alle domande, è disponibile «a lasciarsi illuminare e provocare anche dalla parola della Rivelazione cristiana, in un confronto critico e aperto con essa». 

La presentazione del comitato Mai troppo umano al San Matteo

L’iniziativa nasce dalla fruttuosa esperienza della “Tavola del Dialogo”, voluta nel 2008 dall’allora vescovo di Pavia, mons. Giovanni Giudici, sulla scia della “Cattedra dei non credenti”, creata a Milano dall’arcivescovo Carlo Maria Martini. E cresce con la collaborazione de “Il Cortile dei Gentili”, lo spazio di incontro e dialogo tra credenti e coloro che non credono o si interrogano sulla propria fede voluto dal cardinal Gianfranco Ravasi, e ispirato alle parole di papa Benedetto XVI.

Il comitato è stato presentato alla stampa pochi giorni fa (ne ho scritto sulla Provincia Pavese), ma avvierà i suoi lavori pubblici, aperti a tutta la cittadinanza, giovedì 14 novembre 2019 alle 21 in aula Magna, con la conferenza “Dolore e speranza”. 

Il ciclo di conferenze "L'esperienza del dolore e le ragioni della speranza", nell'aula magna dell'università di Pavia

Introdurrà il vescovo Corrado, interverranno Alfonso Pedatzur Arbib, rabbino capo della comunità ebraica di Milano, Rosanna Virgili, teologa, e Silvana Borutti, filosofa. Modererà Luciano Fontana, direttore del Corriere della Sera. Il primo ciclo di conferenze, intitolato “L’esperienza del dolore e le ragioni della speranza”, continuerà martedì 25 febbraio e martedì 21 aprile 2020, sempre alle 21, nell’aula Magna dell’ateneo pavese. 

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