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martedì 17 maggio 2016

I diritti nei bagni

Sabato scorso, durante “Leggiamo insieme Avvenire”, abbiamo riscoperto (eureka!) che Barack Obama è a favore dei diritti civili (Rosa Parks 2.0). Una notizia come tante, in questo 2016 monocolore, ma con un elemento di novità: dopo le parole, ora si passa all'azione.
Secondo quanto scrive il New York Times, il governo con una circolare chiederà a tutti i distretti scolastici di permettere agli studenti transgender di utilizzare i bagni a loro scelta, a prescindere dal genere indicato sui documenti personali. La lettera alle autorità scolastiche sarà diffusa oggi, a firma dei dipartimenti di Giustizia e Istruzione. Non ha la forza di una legge, ma contiene una implicita minaccia: le scuole che non rispetteranno l'indicazione dell'amministrazione Obama potranno essere perseguite legalmente o perdere fondi federali, afferma il New York Times.” (Avvenire, 13 maggio 2016). 


martedì 22 marzo 2016

Per favore, non sottovalutateci

…Noi siamo quelli che affollano chiassosamente le strade la sera, ma anche quelli che al mattino corrono in università a seguire le lezioni, e magari nel pomeriggio vanno a fare volontariato in una casa di riposo o in un centro per giovani in difficoltà. Abbiamo dentro una sete che ci spinge sempre alla ricerca di una fonte nuova, e questa sete è così forte che a volte ci accontentiamo anche di qualche cocktail in discoteca. O almeno quelli di noi che non soffrono di acidità di stomaco. Noi giovani siamo tutto questo e mille altre cose ancora. Ognuno con le sue particolarità, con la sua unicità, ma tutti legati da un infinito filo rosso: l’essere sempre in cammino…” (“Per favore, non sottovalutateci”, Giacomo Bertoni, “il Ticino”, venerdì 11 marzo 2016)


Ho scritto questa lettera di getto, sentendo nel profondo ogni singola parola. Devo ringraziare Alessandro Repossi, direttore de “il Ticino”, per averla subito pubblicata e fatta conoscere. 
Certo non potevo sperare che suscitasse tanto scalpore da essere invitato a parlarne a “Giovani per i giovani”, programma scritto e condotto da Anna Becattini sulle frequenze di Radio Mater. Ora scopro che la mia lettera ha deciso di fare il giro del web, passando dal blog di Costanza Miriano.
Il mio grazie più sincero al direttore de “il Ticino”, ad Anna, a Enrico Viganò (responsabile della comunicazione Radio Mater) e a Costanza Miriano. 
Quando persone così grandi, dal punto di vista umano e professionale, ti danno la loro fiducia, allora davvero non puoi perdere la speranza per il futuro. Se camminiamo insieme, nessuno ci può fermare. Grazie di cuore. 

giovedì 25 febbraio 2016

Renzi ci ricorderemo

A volte è davvero difficile comprendere cosa muova i nostri palazzi del potere: così ingessati quando si tratta di operare per il bene comune, così efficienti quando si tratta di rispondere a pressioni provenienti da lobby o poteri sovranazionali.
Occorre armarsi di zappa. No, non per quello che malignamente state pensando! Occorre la zappa per scavare, per rinfrescare il terreno inzuppato dalle notizie che ci vengono confezionate e consegnate. Informazioni, opinioni, ricerche, sondaggi: un fiume in piena che ci travolge h24, e che negli ultimi tempi appare curiosamente monocolore.
Cambiano le parole, cambiano le leggi, cambiano gli equilibri di potere, ma non cambia la realtà. Noi ci informeremo, cercheremo, confronteremo, dialogheremo. E, soprattutto, ci ricorderemo. 

Lo striscione apparso al raduno del Comitato Difendiamo i nostri figli

"Mi infuria la gente che tace, che ha paura di parlarne, di dire la verità. E la verità è che le leggi dello Stato non possono ignorare le leggi della Natura. Non possono falsare con l’ambiguità delle parole «genitori» e «coniugi» le Leggi della Vita." (Oriana Fallaci)

sabato 30 gennaio 2016

Lettera ai partecipanti al Family Day

"Il 30 gennaio si raduneranno a Roma migliaia di persone in difesa della famiglia naturale e di un’idea di uomo che non sia staccata dalla verità inscritta nel suo corpo. Ci raduniamo a difendere le nuove generazioni, perché possano sempre conoscere le proprie radici; ci raduniamo per difendere le donne da un’idea di femminilità e maternità che non sia vissuta solo in termini di produttività e desiderio; ci raduniamo infine anche in difesa delle persone con tendenze omosessuali, perché riscoprano la loro natura primaria di uomini e donne, prima che di persone attratte dal proprio stesso sesso. Tutto questo, però, chi legge già lo sa.

Quando Tempi mi ha chiesto di scrivere un articolo in vista del Family Day mi sono chiesto perciò se in questa battaglia in difesa dell’essere umano, io e le altre persone con tendenze omosessuali, abbiamo solo il compito di ribadire l’ovvio (che oggi ovvio non è, altrimenti non saremmo qui a parlare) o se piuttosto non ci sia chiesto qualcosa di diverso.
Io credo che, a chi come me conosce sulla sua pelle cosa vuol dire avere un desiderio omosessuale, pur riconoscendo una verità della persona che supera quel desiderio, spetta il compito di aiutare gli uni e gli altri di entrambi gli “schieramenti” a intendersi, proprio per mostrare come l’idea di un “noi” contro “loro” sia falsa in se stessa. Perché “noi”, siamo in realtà “tutti”: esseri umani, uomini e donne. E questo, la piazza del 30 gennaio ha il dovere di ricordarlo.
Perciò, in quest’ottica, oggi mi rivolgo a voi che questo sabato sarete con me al Circo Massimo, perché non perdiate di vista ciò che ci sta muovendo a lasciare qualsiasi cosa stiamo facendo, per correre a Roma da tutte le parti d’Italia.

Quanta fatica per capire
Lo ammetto, è difficile non farsi prendere dall’entusiasmo. Ancora una volta si è compiuto un miracolo che molti (io per primo), non pensavano possibile: in due settimane una moltitudine è stata richiamata in modo esponenziale, come uno tsunami che parte al largo da una piccola onda e man mano che si avvicina alla terra solleva la sua cresta di centinaia di metri.
Attenzione però. Perché uno tsunami finisce col travolgere tutto ciò che tocca, lasciando dietro di sé una scia di distruzione. E noi, credo, siamo chiamati a fare di più che essere solo travolgenti. Siamo chiamati a fare la differenza.

domenica 24 gennaio 2016

Neanche una parola per le Sentinelle in Piedi

Ieri sera e oggi quasi tutti i giornali, radiogiornali e telegiornali hanno aperto le loro edizioni parlando del grande successo della manifestazione “Sveglia Italia”. Qualche domanda però sorge spontanea


Perché nessuno parla delle centinaia di piazze italiane nelle quali silenziosamente si ritrovano le Sentinelle in Piedi? Perchè le Sentinelle in Piedi si trovano spesso a manifestare fra insulti e violenze verbali (a volte, purtroppo, anche fisiche)? Perché i numeri di “Sveglia Italia” (“un milione di partecipanti”, secondo ArciGay) non sono stati verificati? Ricordo che per la manifestazione “Difendiamo i nostri figli” del giugno 2015, nonostante le foto mostrassero una folla oceanica, ci fu chi presentò complessi calcoli per conteggiare le persone presenti… Perché da settimane si opera una lenta ma capillare denigrazione del “Family Day” in programma il 30 gennaio al Circo Massimo? Perché i politici che hanno partecipato a “Sveglia Italia” pensano al bene comune mentre quelli che parteciperanno al “Family Day” pensano alla loro poltrona? Le mie non sono domande tendenziose, sia ben chiaro: si tratta di pura e semplice curiosità. 


Non è possibile dialogare, capirsi, camminare insieme, se il punto di partenza è un’ideologia che spegne la ragione. Non è possibile dibattere se non ci si racconta la verità. Non è possibile scoprire l’inganno se non si indaga. Si cade facilmente nella “guerra per proclami”, quella tipica dei talk-show a caccia di audience, ed è ovvio che il vincitore qui sarà lo slogan più politicamente corretto. Chi osa dire nulla su “Famiglia = Amore”, “Dove c’è amore c’è casa”, “Quella piazza manifesta contro i diritti, noi per l’amore”, etc etc… Ma davvero basta questo? Davvero siamo disposti, noi uomini acculturati del 2016, ad accettare una così rozza confusione fra “diritti”, "desideri" e “doveri”? 


Noi, che vantiamo serate a teatro e pomeriggi in libreria, vogliamo davvero fingere di non vedere le contraddizioni (anche logiche) che ci vengono raccontate? E in nome di cosa? Di uno slogan politicamente corretto, che “suona bene”? La verità non è politicamente corretta, la verità è scomoda, fa male, fugge dal potere. La verità è spesso osteggiata, mistificata. Per trovare la verità occorre ricerca, ascolto, confronto. E, spiace dirlo, ma i nostri telegiornali non ci stanno aiutando nella ricerca. Non accontentiamoci del racconto politicamente corretto. Rimbocchiamoci le maniche e scaviamo.

venerdì 22 gennaio 2016

A Roma, la grande festa della famiglia

Roma, 30 gennaio 2016.

“Care famiglie, buonasera!
scende ormai la sera sulla nostra assemblea. È l’ora in cui si fa volentieri ritorno a casa per ritrovarsi alla stessa mensa, nello spessore degli affetti, del bene compiuto e ricevuto, degli incontri che scaldano il cuore e lo fanno crescere, vino buono che anticipa nei giorni dell’uomo la festa senza tramonto.
È anche l’ora più pesante per chi si ritrova a tu per tu con la propria solitudine, nel crepuscolo amaro di sogni e di progetti infranti: quante persone trascinano le giornate nel vicolo cieco della rassegnazione, dell’abbandono, se non del rancore; in quante case è venuto meno il vino della gioia e, quindi, il sapore — la sapienza stessa — della vita... Degli uni e degli altri questa sera ci facciamo voce con la nostra preghiera, una preghiera per tutti.
È significativo come - anche nella cultura individualista che snatura e rende effimeri i legami - in ogni nato di donna rimanga vivo un bisogno essenziale di stabilità, di una porta aperta, di qualcuno con cui intessere e condividere il racconto della vita, di una storia a cui appartenere. La comunione di vita assunta dagli sposi, la loro apertura al dono della vita, la custodia reciproca, l’incontro e la memoria delle generazioni, l’accompagnamento educativo, la trasmissione della fede cristiana ai figli...: con tutto questo la famiglia continua ad essere scuola senza pari di umanità, contributo indispensabile a una società giusta e solidale (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 66-68). E più le sue radici sono profonde, più nella vita è possibile uscire e andare lontano, senza smarrirsi né sentirsi stranieri ad alcuna terra. Quest’orizzonte ci aiuta a cogliere l’importanza dell’Assemblea sinodale che si apre domani. (…)” (Papa Francesco, Veglia di preghiera in preparazione al Sinodo sulla Famiglia, 4 ottobre 2014, Piazza San Pietro, Roma)

“ (…) Continuate dunque, senza lasciarvi scoraggiare dalle difficoltà che incontrate. Il rapporto educativo è per sua natura una cosa delicata: chiama in causa infatti la libertà dell’altro che, per quanto dolcemente, viene pur sempre provocata a una decisione. Né i genitori, né i sacerdoti o i catechisti, né gli altri educatori possono sostituirsi alla libertà del fanciullo, del ragazzo o del giovane a cui si rivolgono. E specialmente la proposta cristiana interpella a fondo la libertà, chiamandola alla fede e alla conversione. Oggi un ostacolo particolarmente insidioso all’opera educativa è costituito dalla massiccia presenza, nella nostra società e cultura, di quel relativismo che, non riconoscendo nulla come definitivo, lascia come ultima misura solo il proprio io con le sue voglie, e sotto l’apparenza della libertà diventa per ciascuno una prigione, perché separa l'uno dall'altro, riducendo ciascuno a ritrovarsi chiuso dentro il proprio "io". Dentro a un tale orizzonte relativistico non è possibile, quindi, una vera educazione: senza la luce della verità; prima o poi ogni persona è infatti condannata a dubitare della bontà della sua stessa vita e dei rapporti che la costituiscono, della validità del suo impegno per costruire con gli altri qualcosa in comune.
E’ chiaro dunque che non soltanto dobbiamo cercare di superare il relativismo nel nostro lavoro di formazione delle persone, ma siamo anche chiamati a contrastare il suo predominio nella società e nella cultura. E’ molto importante perciò, accanto alla parola della Chiesa, la testimonianza e l’impegno pubblico delle famiglie cristiane, specialmente per riaffermare l’intangibilità della vita umana dal concepimento fino al suo termine naturale, il valore unico e insostituibile della famiglia fondata sul matrimonio e la necessità di provvedimenti legislativi e amministrativi che sostengano le famiglie nel compito di generare ed educare i figli, compito essenziale per il nostro comune futuro. Anche per questo impegno vi dico un grazie cordiale. (…)” (Benedetto XVI, apertura del Convegno Ecclesiale della diocesi di Roma su “Famiglia e comunità cristiana”, 6 giugno 2005, Basilica di San Giovanni in Laterano, Roma)

“ (…) A ciò si deve aggiungere poi una ulteriore riflessione di particolare importanza nel tempo presente. Non raramente all'uomo e alla donna di oggi, in sincera e profonda ricerca di una risposta ai quotidiani e gravi problemi della loro vita matrimoniale e familiare, vengono offerte visioni e proposte anche seducenti, ma che compromettono in diversa misura la verità e la dignità della persona umana. E' un'offerta sostenuta spesso dalla potente e capillare organizzazione dei mezzi di comunicazione sociale, che mettono sottilmente in pericolo la libertà e la capacità di giudicare con obiettività.
Molti sono già consapevoli di questo pericolo in cui versa la persona umana ed operano per la verità. La Chiesa, col suo discernimento evangelico, si unisce ad essi, offrendo il proprio servizio alla verità, alla libertà e alla dignità di ogni uomo e di ogni donna. (…) Si rende, pertanto, necessario ricuperare da parte di tutti la coscienza del primato dei valori morali, che sono i valori della persona umana come tale. La ricomprensione del senso ultimo della vita e dei suoi valori fondamentali è il grande compito che si impone oggi per il rinnovamento della società. Solo la consapevolezza del primato di questi valori consente un uso delle immense possibilità, messe nelle mani dell'uomo dalla scienza, che sia veramente finalizzato alla promozione della persona umana nella sua intera verità, nella sua libertà e dignità. La scienza è chiamata ad allearsi con la sapienza.” (Esortazione apostolica “Familiaris Consortio”, Giovanni Paolo II, Dato a Roma, presso san Pietro, il 22 novembre, Solennità di N. S. Gesù Cristo Re dell'universo, dell'anno 1981, quarto del Pontificato.)

“Dimmi, Giuseppe, quand'è che hai conosciuto Maria?
Forse, un mattino di primavera, mentre tornava dalla fontana del villaggio, con l'anfora sul capo e con la mano sul fianco snello come lo stelo di un fiordaliso?
O forse, un giorno di sabato, mentre con le fanciulle di Nazareth conversava in disparte sotto l'arco della Sinagoga?
O forse, un meriggio d'estate, in un campo di grano, mentre, abbassando gli occhi splendidi per non rivelare il pudore della povertà, si adattava all'umiliante mestiere di spigolatrice?
Quando ti ha ricambiato il sorriso e ti ha sfiorato il capo con la prima carezza, che forse era la sua prima benedizione e tu non lo sapevi... e poi, tu, nella notte, hai intriso il cuscino con lacrime di felicità?
Ti scriveva lettere d'amore?
Forse sì!
E il sorriso, con cui accompagni il cenno degli occhi verso l'armadio delle tinte e delle vernici, mi fa capire che in uno di quei barattoli vuoti, che ormai non si aprono più, ne conservi ancora qualcuna!
Poi, una notte, hai preso il coraggio a due mani, sei andato sotto la sua finestra, profumata di basilico e di menta, e le hai cantato, sommessamente, le strofe del Cantico dei Cantici:
"Alzati, amica mia, mia bella e vieni!
Perché, ecco, l'inverno è passato, è cessata la pioggia e se n'è andata.
I fiori sono apparsi nei campi, il tempo del canto è tornato e la voce della tortora ancora si fa sentire nella nostra campagna.
Il fico ha messo fuori i primi frutti e le viti fiorite spandono fragranza.
Alzati, amica mia, mia bella e vieni!
O mia colomba, che stai nelle fenditure della roccia, nei nascondigli dei dirupi, mostrami il tuo viso, fammi sentire la tua voce, perché la tua voce è soave e il tuo viso è leggiadro".
E la tua amica, la tua bella, la tua colomba si è alzata davvero.
È venuta sulla strada, facendoti trasalire.
Ti ha preso la mano nella sua e, mentre il cuore ti scoppiava nel petto, ti ha confidato lì, sotto le stelle, un grande segreto.
Solo tu, il sognatore, potevi capirla.
Ti ha parlato di:
Jahvé, di un Angelo del Signore, di un Mistero nascosto nei secoli e ora nascosto nel suo grembo, di un progetto più grande dell'universo e più alto del firmamento, che vi sovrastava.
Poi, ti ha chiesto di uscire dalla sua vita, di dirle addio, e di dimenticarla per sempre.
Fu, allora, che la stringesti per la prima volta al cuore e le dicesti tremando:
"Per te, rinuncio volentieri ai miei piani.
Voglio condividere i tuoi, Maria, purché mi faccia stare con te".
Lei ti rispose di sì, e tu le sfiorasti il grembo con una carezza: era la tua prima benedizione sulla Chiesa nascente. [...]
E io penso che hai avuto più coraggio tu a condividere il progetto di Maria, di quanto ne abbia avuto lei a condividere il progetto del Signore.
Lei ha puntato tutto sull'onnipotenza del Creatore.
Tu hai scommesso tutto sulla fragilità di una creatura.
Lei ha avuto più fede, ma tu hai avuto più speranza.
La carità ha fatto il resto, in te e in lei.” (don Tonino Bello, “Lettera a Giuseppe”)

venerdì 8 gennaio 2016

Famiglie Numerose e... Libri per bambini!

Giacomo sul sito del'associazione nazionale famiglie numerose

Cari amici di Famiglie Numerose, sono un giovane autore di racconti per bambini,  laureato in Filosofia presso l’Università degli Studi di Pavia con una tesi sul valore pedagogico delle fiabe. Attualmente sto frequentando il corso di  Laurea Specialistica.  Mi sono diplomato nel 2010 al liceo scientifico "Taramelli" di Pavia. Amo moltissimo leggere e lascio “tracce di lettura”, vale a dire libri - appena terminati, da poco iniziati, letti per la prima volta, letti per la quarta volta - in ogni angolo della casa. Pavese doc, amante della mia città, della sua storia presente e della sua ricca storia passata, ho iniziato a farmi leggere con un racconto pubblicato sul settimanale diocesano “Il Ticino”, settimanale con il quale collaboro saltuariamente.
            Nel maggio del 2009 ho pubblicato il mio primo racconto per bambini dal titolo “Toppy, un moscerino dal cuore grande” con la casa editrice EdiGio'. E’ un racconto sul valore dell’amicizia, della solidarietà e dell’accoglienza reciproca.
            Da novembre 2011 sono in libreria con il mio secondo libro per bambini: "Gino e la Vecchia Consigliera". Attraverso le avventure di due amici girini, i piccoli lettori vengono messi in guardia dall’inganno delle apparenze: non sempre ciò che è bello, facile, invitante, è anche giusto e buono.  
            Da novembre 2014 sono in libreria con "Un ponte tra le Valli", un fantasy per giovani lettori. Un gruppo di amici, legati da una profonda amicizia e pieni di curiosità e sogni, vivono un’esperienza molto speciale che li aiuta a scoprire per la prima volta la potenza della menzogna, ma anche e soprattutto la forza straordinaria del dialogo.
            Partecipo molto volentieri ad eventi volti alla promozione della lettura nelle scuole, nelle biblioteche e nelle librerie. Vi aspetto tutti nel mio piccolo parco e in libreria! Buona lettura!

Giacomo Bertoni
Il parco di Giacomo www.parcodigiacomo.blogspot.it
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