Sabato scorso, durante “Leggiamo insieme Avvenire”,
abbiamo riscoperto (eureka!) che Barack Obama è a favore dei diritti civili (Rosa Parks 2.0). Una notizia
come tante, in questo 2016 monocolore, ma con un elemento di novità: dopo le parole, ora si passa all'azione.
“Secondo quanto
scrive il New York Times, il governo con una circolare chiederà a tutti i
distretti scolastici di permettere agli studenti transgender di utilizzare i
bagni a loro scelta, a prescindere dal genere indicato sui documenti personali.
La lettera alle autorità scolastiche sarà diffusa oggi, a firma dei
dipartimenti di Giustizia e Istruzione. Non ha la forza di una legge, ma
contiene una implicita minaccia: le scuole che non rispetteranno l'indicazione
dell'amministrazione Obama potranno essere perseguite legalmente o perdere
fondi federali, afferma il New York Times.” (Avvenire, 13 maggio 2016).
Contro
la legge del North Carolina, secondo la quale le persone transgender devono
utilizzare i bagni del loro genere biologico, si sono scagliate inorridite anche
personalità impegnate da anni nella difesa dei più deboli quali Beyonce, Sting,
Nick Jonas, Demi Lovato, Cyndi Lauper, Dolly Parton e lo stesso Obama. Cosa muove
questa mobilitazione del governo e del mondo dello spettacolo? L’ideologia
gender. Sia ben chiaro, l’ideologia gender non esiste, è solo un’invenzione
della parte più retrograda della Chiesa cattolica.
Però, se esistesse (ma non esiste!), direbbe che noi siamo liberi di scegliere il nostro genere di appartenenza in base alle nostre pulsioni, ai nostri desideri. Possiamo essere uomini o donne, possiamo essere ciò che vogliamo, quando vogliamo. Liberi dalla tradizione, dalla biologia, dalla natura. Saremo soli, isolati, senza tutti quei legami stabili e duraturi che ci caratterizzavano prima. Niente famiglia, niente figli (a meno di non produrli in laboratorio), niente religione, niente legge. Una grande massa di persone, dalle identità confuse come i discorsi politicamente corretti di questi tempi.
Però, se esistesse (ma non esiste!), direbbe che noi siamo liberi di scegliere il nostro genere di appartenenza in base alle nostre pulsioni, ai nostri desideri. Possiamo essere uomini o donne, possiamo essere ciò che vogliamo, quando vogliamo. Liberi dalla tradizione, dalla biologia, dalla natura. Saremo soli, isolati, senza tutti quei legami stabili e duraturi che ci caratterizzavano prima. Niente famiglia, niente figli (a meno di non produrli in laboratorio), niente religione, niente legge. Una grande massa di persone, dalle identità confuse come i discorsi politicamente corretti di questi tempi.
E per realizzare una società così
slegata dalla natura, dalla biologia, dalla storia? Servono pressioni di lobby
potenti, poteri nascosti dietro la politica, indottrinamento mediante
televisioni e giornali. Serve una dittatura del pensiero unico, capace di
raccontare le bugie come se fossero verità, e capace di far odiare chi osa
contraddire l’ideologia dominante. Una dittatura diversa dal passato (almeno
all’inizio): colorata, felice, accogliente, rispettosa, nascosta (in realtà sarebbe
ben visibile dietro i sorrisi finti dei vari testimonial). Insomma, uno scenario
da vero regime.
Meno male che tutta questa storia del gender è solo
un’invenzione di qualche catto-fascista medioevale...
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