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sabato 2 maggio 2020

Lockdown della fede? Non avete capito niente

“Scusami, devo staccare, tra poco inizia la Messa su Telepavia, a dopo!” “Hai visto ieri sera che bello il rosario per l’Italia su Tv2000?” “Ormai mi sento veronese d’adozione, da quando siamo in isolamento seguo la Messa di monsignor Zenti su Telepace, mi sento davvero parte di qualcosa di più grande.” “Ci sentiamo domani allora: tra poco c’è la compieta su Radio Maria e la recito con loro.” “Abbi pazienza, ma a quell’ora devo dire la coroncina della Divina Misericordia con Radio Mater, facciamo alle 17?” 

Sono solo una sintesi dei tanti messaggi ricevuti e inviati in queste settimane di isolamento. E sono il motivo per il quale, quando il contagio si sarà fermato, si potrà parlare di orgoglio cristiano. 

L'Abbazia di San Galgano deserta e la fede in isolamento per il coronavirus

sabato 25 aprile 2020

Vescovi lombardi: tornare a Messa

«Il 1° maggio avverrà l’affidamento dell’Italia alla protezione materna di Maria, venerata a Caravaggio, perché sostenga tutti nella fiducia, nella speranza e in un rinnovato amore. A Lei chiediamo il dono di uno sguardo sapiente così che, dopo tanto dolore e sofferenza, si aprano prospettive di speranza e di gioia». Venerdì 24 aprile i vescovi lombardi si sono riuniti in videoconferenza per affrontare il tema delle Messe con concorso di popolo nella fase 2. 

Immagine della Madonnina nel duomo di Milano

lunedì 20 aprile 2020

Chiesa: le Messe nella Fase 2

La Conferenza episcopale italiana ha presentato una proposta al governo affinché la Fase 2 preveda anche la ripresa delle Messe con concorso di popolo. L’idea insomma è che dal 4 maggio possano tornare a popolarsi le chiese, seppur con modalità nuove. La Cei e papa Francesco spingono perché si torni a celebrare a porte aperte, ma crescono i dubbi, soprattutto nelle regioni più colpite dal coronavirus. E occorre studiare nuove strategie per proteggere la salute dei fedeli che parteciperanno alle funzioni religiose. 

Chiesa aperta ma Messe senza concorso di popolo per coronavirus

mercoledì 15 aprile 2020

Messa senza fedeli: l'obbedienza ha ancora senso?

«I sacerdoti che hanno trovato il coraggio di fare questo, anche andando formalmente contro le disposizioni dei propri vescovi, sono più pienamente obbedienti di quanti si sono invece fermati alla lettera». Così scrive Luisella Scrosati sulla Nuova Bussola Quotidiana oggi. 

Si parla di Messe al tempo del coronavirus, un tema dibattuto e sofferto, se pensiamo che in Lombardia le Messe sono celebrate a porte chiuse dal 23 febbraio scorso. Il motore dell’articolo è: «Celebrare la Messa in questo tempo è un atto di obbedienza piena». A supporto della tesi si porta l’epicheia, o equità, virtù fondamentale per aderire sempre alla volontà di Dio. 

Un articolo approfondito e indubbiamente preciso, che dimentica però alcuni elementi chiave: le Messe non sono state vietate, le Messe continuano ad essere celebrate a porte chiuse, si sono moltiplicati gli appuntamenti televisivi e online per potervi partecipare spiritualmente (con inattesi riscontri auditel), la decisione di sospendere le Messe con concorso di popolo è arrivata dalla collaborazione fra autorità civili e religiose

L'altare pronto per la celebrazione ma la Chiesa è vuota per coronavirus

giovedì 9 aprile 2020

Messe con fedeli: a quando?

Sono ormai alcuni giorni che rimbalza sui social la proposta di tornare a celebrare le Messe a porte aperte. Matteo Salvini ha subito rilanciato, chiedendo di aprire le chiese per Pasqua, e il suo appello è stato ripreso da centinaia di utenti. Tra le proposte più condivise su Facebook e WhatsApp si legge: “Fate le Messe a Pasqua con concorso di popolo, basta non far entrare in chiesa più di 50 persone”. 

Facciamo chiarezza: a Pasqua non ci sarà nessuna celebrazione a porte aperte, le decisioni in merito ormai sono state confermate dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. La vera domanda è cosa succederà dopo Pasqua, perché se davvero il coronavirus continuerà a diffondersi anche con le alte temperature, sarà necessario studiare nuovi modi e nuove forme di convivenza sicura, anche nelle chiese. 

Le chiese vuote per fermare il contagio da coronavirus

venerdì 13 marzo 2020

Coronavirus: "Le chiese rimangano aperte"

«Mi sembra un segno bello di speranza che le porte siano aperte e che chi vuole sostare un momento in preghiera, lo possa fare». Annuncia così, il vescovo di Pavia Corrado Sanguineti, la decisione di tenere aperte le chiese, nonostante l’emergenza coronavirus avesse fatto ventilare l’ipotesi chiusura, chiusura adottata poi per alcune basiliche della diocesi di Roma. 

I vescovi lombardi decidono che le chiese rimangano aperte

sabato 7 marzo 2020

Perché non possiamo partecipare alla Santa Messa

La sospensione delle Messe con concorso di popolo «è qualcosa di assolutamente eccezionale». Torna a parlare alla sua diocesi il vescovo di Pavia Corrado Sanguineti, diocesi che si appresta a vivere la nuova domenica nella quale i fedeli non potranno partecipare di persona alle Sante Messe. Il vescovo ha ben presenti: «il disagio e la perplessità di non pochi fedeli e sacerdoti, perché la celebrazione eucaristica è un gesto fondamentale della vita cristiana, nel giorno del Signore e lungo la settimana». 

Qualcuno, aggiunge il vescovo Corrado, potrebbe dire: «Proprio in questo tempo di prova, avremmo ancora più bisogno di raccoglierci insieme intorno all’altare, e di nutrirci di Cristo pane vivo disceso dal cielo!». 

Causa coronavirus le messe sono celebrate senza fedeli

Perché dobbiamo stare a casa

Parliamoci chiaro: non se ne esce da soli. Non si risolve l'emergenza coronavirus, non la si può neanche pensare di affrontare, se non si cambia prospettiva. Da io, a noi. Non è facile: sono anni che tutto spinge verso l’individualismo, verso la società dei desideri trasformati in diritti, dove sono al bando la responsabilità, le conseguenze, e dove il bene comune è un problema, un fastidio, un limite. 

Bar e locali nonostante il coronavirus sono ancora pieni

venerdì 6 marzo 2020

"Il mio aiuto viene dal Signore, che ha fatto cielo e terra"

È arrivata la conferma ufficiale: prorogata la sospensione delle Messe con concorso di popolo. Lo annuncia attraverso un comunicato diffuso pochi minuti fa la Conferenza episcopale lombarda, che ricorda: «La situazione di disagio e di sofferenza del Paese è anche la sofferenza di tutta la Chiesa». Messe celebrate a porte chiuse fino a nuova comunicazione e sospensione di tutte le attività negli oratori fino al 15 marzo. Ecco, di seguito, il comunicato dei vescovi lombardi. 

Chiesa vuota e messa senza popolo per il coronavirus

giovedì 5 marzo 2020

Via Crucis in streaming

Si moltiplicano gli sforzi delle diocesi per farsi vicine ai fedeli in questi giorni di sospensione delle Messe con concorso di popolo. La diocesi di Pavia, dopo la Messa delle Ceneri in streaming e la Messa per la prima domenica di Quaresima in diretta su Telepavia, ha annunciato ora la Via Crucis in streaming. 

La Via Crucis con il vescovo Corrado in diretta streaming da Pavia

martedì 3 marzo 2020

Messe senza popolo, le indicazioni del vescovo Corrado

Una decisione «sofferta e dolorosa». Definisce così la sospensione delle Messe con concorso di popolo monsignor Corrado Sanguineti, vescovo di Pavia, che ha preparato un lungo messaggio per tutti i fedeli e i sacerdoti della diocesi di Pavia, allegato alla Nota congiunta dei vescovi lombardi. Una decisione arrivata come «il frutto di un intenso dialogo avuto questa mattina, all’ombra del santuario di N.S. di Caravaggio, con un confronto con la CEI e con altre conferenze episcopali interessate dallo stesso Decreto». Si fa riferimento al Decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri, che detta nuove regole restrittive per limitare il contagio. 

La cupola del duomo di Pavia e la città vista dall'alto

domenica 1 marzo 2020

Cari vescovi lombardi, grazie

Una chiesa costruita su una piccola isola in un lago della Slovenia

Grazie. Grazie ai nostri vescovi, che davanti a una situazione fragile e inedita hanno scelto la piena collaborazione con le autorità civili, per tutelare la salute dei cittadini. Grazie perché hanno subito chiesto ai loro sacerdoti di continuare a celebrare, perché senza Eucarestia non possiamo vivere. Grazie perché si sono attivati per consentire ai fedeli di seguire le celebrazioni in radio, in televisione e attraverso dirette streaming speciali. Grazie perché non hanno nascosto il dolore e la sofferenza dietro alla scelta di far celebrare le Messe a porte chiuse.

Grazie ai nostri sacerdoti, che hanno aderito con senso di responsabilità all’ordinanza regionale e al messaggio del loro vescovo, celebrando da subito senza popolo ma per il popolo. E con il popolo, grazie alla comunione dei santi. Grazie perché con il suono delle campane ci ricordano che dietro quei portoni chiusi stanno celebrando anche per noi. Grazie per la loro obbedienza, segno di unità nella Chiesa e segno di speranza per i fedeli.

Eh sì, grazie anche ai fedeli che, nonostante la sofferenza, hanno rispettato con fiducia le indicazioni dei loro vescovi. La prudenza non va abbandonata: restiamo uniti nella preghiera, in modo particolare per le persone più fragili ed esposte al contagio del coronavirus. 
(Image by David Mark from Pixabay)

giovedì 27 febbraio 2020

“Non possiamo vivere senza celebrare il giorno del Signore”

(Di seguito, il messaggio della Conferenza Episcopale Lombarda per la prima domenica di Quaresima. Si moltiplicano gli sforzi delle diocesi per consentire a tutti i fedeli di partecipare alla Santa Messa domenicale: usiamo la radio, la televisione e le dirette streaming per restare uniti in preghiera

Il comunicato del vescovo di Pavia per la messa a porte chiuse causa coronavirus