La Conferenza episcopale italiana ha presentato una
proposta al governo affinché la Fase 2 preveda anche la ripresa delle Messe con
concorso di popolo. L’idea insomma è che dal 4 maggio possano tornare a
popolarsi le chiese, seppur con modalità nuove. La Cei e papa Francesco
spingono perché si torni a celebrare a porte aperte, ma crescono i dubbi,
soprattutto nelle regioni più colpite dal coronavirus. E occorre studiare nuove
strategie per proteggere la salute dei fedeli che parteciperanno alle funzioni
religiose.
La Cei e il papa vogliono ripartire
In una intervista a Vatican News, don Ivan Maffeis, sottosegretario della Cei, ha spiegato: «È importante
iniziare a porre alcuni segnali che ridiano la speranza e che, nella
responsabilità di ciascuno, possano portare a un ritorno alla vita comunitaria,
che naturalmente per forza di cose sarà ancora ridotta e regolamentata, quindi
ad esempio si può immaginare che una chiesa che può contenere 200 persone
magari ne vedrebbe 10. Però è un segnale importante, rispetto al quale oggi
sarebbe davvero difficile accettare un semplice "no"». Lo stesso papa
Francesco, durante l’omelia della Messa a Santa Marta, ha ricordato: «L’ideale
della Chiesa è sempre con il popolo e con i sacramenti. Sempre».
Le Messe nelle regioni più colpite dal coronavirus
Sollecitazioni forti, che dovranno però
essere calate concretamente in un Paese colpito in modo molto diverso dalla
pandemia. In Lombardia, dove le Messe con concorso di popolo sono sospese dal 23 febbraio, il covid19 ha provocato oltre 11mila morti. E i vescovi lombardi
sono stati i primi in Italia a sospendere la partecipazione dei fedeli alle Messe,
avviando da subito una stretta collaborazione con le autorità civili. Una
decisione sofferta, che ha fatto fiorire numerose collaborazioni con le
televisioni locali per trasmettere in diretta le celebrazioni liturgiche, e ha
stimolato molti sacerdoti a usare i nuovi mezzi di comunicazione per farsi più
vicini ai fedeli in isolamento.
Come celebrare con popolo
Se la speranza di
tutti i fedeli è ovviamente quella di tornare a partecipare di persona alle
Messe, si pongono però alcune questioni pratiche che rimangono escluse dal
dibattito. Si è parlato di Messe a numero chiuso: chi decide chi può entrare in
chiesa e chi no? Don Ivan Maffeis ha fatto l’esempio di una chiesa da 200 posti
con 10 fedeli, ma chi saranno quei 10? Con dolore, nella prima fase
dell’emergenza, abbiamo assistito a sacerdoti che hanno celebrato di nascosto
per pochi raccomandati: dobbiamo aspettarci repliche? Chi se la sentirebbe di
essere fra quei 10, sapendo di escludere così tanti altri?
Dovranno esserci, a
disposizione dei fedeli, mascherine e disinfettante per le mani: le parrocchie
si stanno già attrezzando per reperire i dispositivi? Nella proposta fatta al
governo si parla in modo generico di “norme igieniche e distanziamento
sociale”: ci sarà un documento unico con norme concrete da applicare in tutte
le chiese? I dispositivi di protezione sono efficaci solo se usati da tutti i
presenti: chi vigilerà? Le chiese forse saranno aperte solo per alcune ore: occorrerà
fare turni e sacrifici, consentendo a tutti di entrare e partecipare,
evitando le corse per la prima fila e altri episodi che rasentano il fanatismo.
Occorrerà insomma pensare anche agli altri, come ha scritto Roberto Colombo su Avvenire.
Creatività dei sacerdoti, flessibilità e pazienza sui propri desideri da parte dei fedeli,
rigore nel rispetto delle regole: i sacrifici non sono finiti. Una proposta
arriva dagli Stati Uniti, la riporta Aldo Maria Valli, con la Messa
drive-in. Soluzione replicabile in tutte le parrocchie italiane? Forse no, ma
il 4 maggio è vicino. È il momento di progettare il futuro, insieme.
Ciao, una soluzione è celebrare messa a porta chiuse e dare appuntamento ai fedeli verso la fine della messa, che aspettano fuori in coda, il parroco esce e distribuisce la Comunione.
RispondiEliminaE' giusto ripartire, riaprire le chiese al culto dei fedeli,naturalmente usando tutte le precauzioni e la massima attenzione in qst prima parte. Magari per quest'anno niente processioni ma la messa partecipata e la preghiera in chiesa quella si. ci saranno sicuramente degli orari più diluiti delle celebrazioni e magari un pò più di lavoro per i sacerdoti delle varie parrocchie.E'anchel'occasione buona per coinvolgere più sacerdoti in qst momento di transizione e chissà se arriverà qualche vocazione in più. Speriamo bene, il Signore Risorto ci liberi da qst schiavitù del virus e da tuuti i vari disagi che stiamo vivendo
RispondiEliminaLe chiese devono riaprire.... anche senza precauzioni sarà il Signore a vegliare su noi. Deve finire questa utopia delle restrizioni
RispondiEliminaBuon giorno. Questa mi sembra una buona notizia e ringrazio.
RispondiEliminaLo stesso criterio che si è scelto per i supermercati potrebbe funzionare anche per le funzioni religiose con il popolo: guanti, mascherine e si stanziamento sociale. Quest'ultimo potrebbe concretizzarsi mettendo 2 persone per ogni banco rispettando il metro e mezzo di distanza. Finiti i posti nei banchi qualcuno potrebbe rimanere anche in piedi in fondo alla chiesa, come spesso già si vede.
Sono sempre tutte affollate le Messe? Si potrebbe anche immaginare che i fedeli vengano iscritti ad una messa, in questo caso ogni parroco fa la conta di quanti posti disponibili ci sono e decide il numeri di quanti possono partecipare e regolarsi di conseguenza. Quando le persone sono entrate si chiudono le porte per evitare ingressi non autorizzati.
Per iniziare io penso che potrebbe funzionare.
Il virus in chiesa non entra perché sa che c'è la messa.. E perché poi dovrebbe entrare in chiesa se non entra nei supermercati? Il virus?!?!?!?!?!
EliminaLe chiese posso riaprire nelle zone che non c'è il virus cominciamo prima della Puglia ecc.e pian piano al nord.
RispondiEliminaPenso ad un altoparlante che rende possibile seguire la messa da fuori e per la comunione poggia il calice o più di uno e una persona alla volta si avvicina e prende l ostia ci vorrà più tempo ma visto che avremo bel tempo fino a settembre si può fare penso
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