giovedì 21 maggio 2020

Santa Rita e la prima Messa con i fedeli

E così, per la mia prima Messa dopo la lunga sospensione causa coronavirus, mi ritrovo qui. Nel silenzio della splendida basilica di San Pietro in Ciel d’Oro, davanti alla statua di santa Rita circondata di rose. Domani è la sua festa, e per la prima volta la festa si terrà a porte chiuse, senza fedeli. Per la città, un altro grande dolore. 

Rita e Agostino venerati a Pavia nella basilica di San Pietro in Ciel d'Oro

La festa di santa Rita è seconda solo alle Sante Spine per partecipazione. Dal mattino, decine di migliaia di persone entrano in basilica per portare il proprio omaggio alla “santa degli impossibili”. E tutta la città si riempie di rose: le vedi spuntare dagli zaini dei bambini, dalle ventiquattrore dei professionisti, dalle borse delle signore.

Solo un anno fa ero qui con Donato, il fotografo della Provincia Pavese, per raccontare alla città il dietro le quinte, i preparativi, i ricordi e le speranze che i fedeli affidano alla santa. E il 22 maggio è una data doppiamente speciale per me, perché segna anche l'uscita di "Toppy, un moscerino dal cuore grande", il mio primo libro per bambini, e l'inizio di un'avventura lavorativa unica.

La Messa domani sarà celebrata a porte chiuse e trasmessa in diretta da Telepavia (canale 89 del digitale terrestre), ma oggi la mia prima Messa di persona dal 23 febbraio non poteva che essere qui. In questa antica basilica riposa Agostino, il santo, padre e dottore della Chiesa. E nella cripta riposa Severino Boezio, il santo filosofo che cercava consolazione.

Quando ogni rumore tace è ancora possibile ascoltare le loro voci, i loro pensieri capaci di parlare all’uomo del 2020, di sondare le sue paure, di condividere le sue aspettative. Agostino, Severino e Rita: come puoi non sentirti a casa dentro queste mura? 


Certo, la prima Messa con le nuove regole richiede attenzione, prudenza, anche qualche rinuncia. Certo, scendere i gradini di questa basilica consacrata nel 1132 e non sentire il profumo della storia fa impressione. Qui si respirava una fragranza unica fatta di incenso e mattoni, candele e legno, rose e carta, passato e presente. Oggi si avverte un profumo di disinfettante che rassicura ma stride un po’ con ciò che lo sguardo cattura, dai capitelli all’arca bianca che custodisce le spoglie mortali di sant’Agostino.

Eppure, questa basilica ha visto scorrere dalle sue vetrate quasi mille anni di storia: ora con pazienza si adatta alla pandemia e accoglie i pavesi come a proteggerli. 

Nella basilica di San Pietro in Ciel d'Oro a Pavia vengono distribuite 15mila rose

La prima Messa dopo mesi, i primi visi delle persone conosciute, i primi incontri slegati dalla spesa o dalla corsa in farmacia. Poi qualcuno ti chiama per nome, qualcuno ricorda chi sei anche dietro la mascherina, qualcuno desidera salutarti. Non possiamo avere paura. Siamo stati isolati, ma non siamo mai stati soli. 

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