giovedì 9 gennaio 2020

Tafida al Gaslini: rinasce la speranza

Le condizioni di salute della piccola Tafida migliorano. Ricoverata dall’ottobre scorso all’ospedale Gaslini di Genova, la bambina rimane attaccata con tenacia alla vita. Con i suoi cinque anni e le sue treccine, Tafida lancia un messaggio al mondo, e in modo particolare al Royal London Hospital di Londra, dove è stata ricoverata a febbraio 2019 in seguito a un’emorragia cerebrale, e dove i medici volevano staccare il ventilatore che la aiutava a respirare. Per il suo “best interest”. 

I genitori di Tafida con Citizen Go chiedono il trasferimento in Italia

Parole già sentite nei casi di Charlie Gard, Alfie Evans e Vincent Lambert: se la qualità della vita, secondo medici e giudici, è troppo bassa, il miglior interesse per il paziente è la morte. Magari per fame e per sete come Vincent Lambert, 9 giorni di agonia, o come Terri Schiavo, 15 giorni di agonia. Oppure per soffocamento, come i piccoli Charlie e Alfie, ai quali è stato staccato il ventilatore meccanico facendoli così morire soffocati tra le braccia impotenti dei loro giovani genitori.

Anche i genitori di Tafida hanno combattuto con tutte le loro forze, e sono riusciti a ottenere il trasferimento della figlia al Gaslini di Genova, che subito aveva dato la disponibilità ad accoglierla. Ospedale che oggi spiega: «La piccola Tafida Raqeeb è stata dimessa dalla Rianimazione e trasferita al “Guscio dei bimbi” del Gaslini, dove ha iniziato un programma di riabilitazione e lo svezzamento parziale dalla ventilazione assistita». 

Candele e veglia silenziosa per Charlie Gard

Impossibile non pensare a Mariella Enoc, presidente dell’ospedale Bambino Gesù di Roma, che in poche ore nell’estate 2018 aveva fatto preparare un aereo ed era volata a Londra per provare a salvare Alfie da una condanna a morte certa. Enoc non fu neanche ricevuta all’ospedale. Eppure, quando le agenzie batterono la notizia “Mariella Enoc in volo per portare Alfie in Italia”, fu un momento speciale. Nel silenzio complice dell’Europa, l’Italia diceva no. L’Italia non era il fanalino di coda, ma il faro di speranza di un continente stanco e oscurato da questa opprimente ideologia antiumana.

Corteo a Parigi per difendere Vincent Lambert e chiedere un trasferimento

Oggi il direttore generale del Gaslini, Paolo Petralia, commenta così la situazione di Tafida: «Siamo felici di aver accolto Tafida all’Istituto Gaslini, esaudendo il desiderio dei suoi genitori, che hanno chiesto tempo e tutta la qualità di vita migliore possibile per la loro piccola, poiché non sempre, purtroppo, è possibile guarire, ma è sempre doveroso prendersi cura e offrire spazio di accudimento ed accoglienza ad un bambino e ai suoi genitori. 

Questo tempo, che viene offerto a Tafida e ai suoi famigliari, è una condizione di dignità e qualità di vita, che da sempre al Gaslini viene garantito ai bambini di tutte le condizioni. Siamo soddisfatti per aver raggiunto tutti gli obiettivi possibili identificati nella relazione prodotta dai nostri esperti ad agosto per la High Court of Justice».  


Dall'Italia, una lezione di civiltà. Perché esistono malattie inguaribili, ma non esistono malattie incurabili. Perché se prevale il "favor vitae" (e lo dice Ippocrate per primo) si costruisce una società più giusta. Perché così eravamo pronti a fare anche per Charlie Gard, Alfie Evans e Vincent Lambert. Perché, come ricorda Costanza Miriano, "noi fondavamo il diritto quando i barbari ancora si tingevano la faccia". Orgogliosi di essere italiani. 

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