martedì 23 febbraio 2021

Gli insulti e le scuse (che non bastano)

Chiedere scusa non basta. Gli insulti all’onorevole Giorgia Meloni, giunti pochi giorni dopo il messaggio antisemita della consigliera comunale M5S di Torino e dopo le minacce alla senatrice Liliana Segre, “colpevole” di essersi vaccinata contro il Covid-19, non si possono cancellare con un semplice messaggio di scuse. Non funziona così. 

Lo spiega senza mezzi termini il collega Giorgio Levi sul blog “Il Times” (il pezzo merita lettura integrale): «Alle scuse è necessario accoppiare un gesto significativo, irreversibile, forte». 

Odio e hater

Il docente universitario e la consigliera comunale hanno un’aggravante: sono personaggi pubblici. Ai privilegi del ruolo pubblico corrispondono altrettante responsabilità, pertanto anche le scuse in caso di grave violazione delle regole devono essere accompagnate da gesti netti, irreversibili, anche per tutelare quel ruolo pubblico che occupano ma che non appartiene loro. 

L’hater che ha minacciato Segre non è né un personaggio pubblico né un personaggio noto, ma ciò non giustifica in alcun modo il linguaggio utilizzato. I social non sono lo sfogatoio personale delle proprie frustrazioni, le frasi postate con odio e superficialità possono avere una rilevanza anche penale. 

Intanto anche l’Ordine dei Giornalisti della Toscana si muove, e lo segnala con un comunicato pubblicato poche ore fa: «In merito agli inqualificabili insulti rivolti nei confronti dell'on. Giorgia Meloni, l'OdG della Toscana precisa che i due ospiti della trasmissione non sono iscritti all'Ordine dei giornalisti». Pertanto, non possono subire sanzioni dall’Ordine. Ciò non vale per il conduttore della trasmissione, aggiunge però l’OdG: «Resta l'obbligo per il conduttore di dissociarsi immediatamente dalle espressioni incivili proferite nel corso della trasmissione». 

L’Ordine dei Giornalisti della Toscana era già intervenuto nel 2018 per un altro caso di pesanti insulti rivolti all’onorevole Meloni, presidente di Fratelli d’Italia. In quel caso autore degli insulti era Oliviero Toscani, fotografo iscritto all’Ordine dei Giornalisti, dunque non solo personaggio noto ma anche pubblico. In quell’occasione il presidente dell’OdG Toscana Carlo Bartoli aveva presentato un esposto al consiglio di disciplina dell'Ordine, spiegando: «Ritengo che il suo comportamento sia inaccettabile per un giornalista. La libertà di espressione non ha niente a che vedere con gli insulti sessisti». 

Non si è trattato di battute fuori luogo raccolte al tavolo di un bar dopo il terzo Spritz (situazione dalla quale chi ha un ruolo pubblico – docente universitario, giornalista, magistrato, etc – dovrebbe comunque mantenersi a debita distanza), bensì dell’esternazione di un pensiero abituale e convinto. Pertanto, chiedere scusa non basta. 

Leggi anche https://parcodigiacomo.blogspot.com/2021/02/giorgia-meloni-insulti.html 

(Image by Andre Hunter from Unsplash)

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