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venerdì 22 febbraio 2019

Pavia e gli splendori delicati della sua storia

«Anche i milanesi devono concederci che Pavia col bel tempo è proprio una bella città, forse la più bella città di Lombardia. (Credo che ci si possa stancare d’esser milanesi; mai d’esser pavesi). Quel cielo manzoniano, così bello quando è bello, si distende particolarmente su di lei, che se lo gode sollevandosi tutta — torri chiese case — in un rapimento tranquillo. 

Pavia vista dall'alto

Il bel tempo a Pavia è un accorto compromesso tra l’azzurro dei cieli longobardi e l’oro dei cieli latini mediterranei: azzurro inverosimile al nord, verso le Alpi; incandescenza scarlatta al sud, verso gli Appennini; come abbiamo spesso veduto nei nostri viaggetti in su e in giù, quando eravamo più giovani. Di mezzo, sta la pausa sospensiva della valle padana, nella quale la luce trova il suo temperato splendore, la sua mitezza; in essa, Pavia acquista le trasparenze e gli splendori delicati della sua storia, e i colori sepolti nei secoli delle sue pietre tornano a gemere e a rivivere, dal rosso delle torri e del castello al plenilunio di San Michele, la cui arenaria vanisce in una deliquescenza subacquea. 

Il duomo e i tetti di Pavia dall'alto

martedì 11 dicembre 2018

La magia di Venezia si svela di notte

Visitare Venezia non è come visitare una qualsiasi città piena d’arte e di storia. Visitare Venezia è entrare in una dimensione parallela che non è passato glorioso, non è Roma insomma, ma non è neanche futuro vertiginoso, non è dunque Milano. E no, non basta lo zampettare incessante di migliaia di turisti distratti per essere presente laborioso. Il tempo a Venezia si è fermato, e il momento migliore per rendersene conto è dalle 22 in poi.

Venezia e la magia della notte

Il flusso di gente con smartphone e videocamere costantemente accese si placa, i negozi sono ormai chiusi e i lampioni diffondono un tenuo chiarore, appena sufficiente a vedere dove si mettono i piedi. Lungo le calli dai contorni sfumati per la foschia si incrociano persone dai volti nascosti dall’oscurità, s’odono echi di passi dei quali non si comprende l’origine, si intravedono passare lente barche silenziose, che sfiorano mura scrostate dall’umidità.

Foto Venezia al tramonto

domenica 22 gennaio 2017

Il viaggio verso l'edicola e il capitale umano

Stai uscendo per andare a comprare i giornali. È presto, troppo presto per una domenica mattina. Hai litigato con un ghiaccio impertinente che non voleva saperne di andarsene dal parabrezza del tuo macinino. Però ormai sei in ballo: i giornali chiamano. La città si sveglia dolcemente: anche Pavia si stiracchia infreddolita e chiede, per una volta, di riposare ancora un’oretta. Superata una fila di alberi, dal finestrino entra un raggio di sole. Un raggio decisamente introverso, direi quasi asociale a giudicare dalla sua intensità, ma capace di trasformare in piccolo evento magico il suo ingresso dal finestrino ghiacciato.

Che uomini strani che siamo. Quasi non ci parliamo più, tutti presi dai nostri smartphone… Eh no! Con la dovuta buona creanza, mi chiamo fuori. Vivo felicemente libero dall’ossessione dei cinque selfie quotidiani (prontamente diffusi sui social). Tra l’altro, anche se ne fossi tentato, non potrei farli: il mio smartphone non ha la fotocamera davanti (da notare il linguaggio forbito). Che poi così smart non è, visto che non mi risponde mai quando lo prego di risolvere da solo i suoi problemi. 

Il finestrino di un'auto con il vetro ghiacciato all'alba

venerdì 28 marzo 2014

Una lettura al giorno...

Mi piace pensare la lettura del giornale come una doccia fredda: sveglia la fantasia, tonifica la curiosità, fa tremare gli stereotipi, rinfresca i sogni e accende il senso critico… Buone letture quotidiane amici delle favole! Giacomo

www.facebook.com/ilparcodigiacomo