Visitare Venezia non è come visitare una qualsiasi città
piena d’arte e di storia. Visitare Venezia è entrare in una dimensione
parallela che non è passato glorioso, non è Roma insomma, ma non è neanche
futuro vertiginoso, non è dunque Milano. E no, non basta lo zampettare
incessante di migliaia di turisti distratti per essere presente laborioso. Il
tempo a Venezia si è fermato, e il momento migliore per rendersene conto è
dalle 22 in poi.
Il flusso di gente con smartphone e videocamere costantemente
accese si placa, i negozi sono ormai chiusi e i lampioni diffondono un tenuo
chiarore, appena sufficiente a vedere dove si mettono i piedi. Lungo le calli
dai contorni sfumati per la foschia si incrociano persone dai volti nascosti
dall’oscurità, s’odono echi di passi dei quali non si comprende l’origine, si
intravedono passare lente barche silenziose, che sfiorano mura scrostate
dall’umidità.