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martedì 25 febbraio 2020

Isolati ma non soli

Sì, un po’ di paura c’è, inutile negarlo. Quando arriva la sera, anzi la notte, mentre il lavoro rallenta accelerano i pensieri. Nella mente ci sono le parole delle persone che mi hanno fermato per strada, mentre giravo un video contributo davanti al policlinico San Matteo: «Cosa sta succedendo davvero? Ci state dicendo tutta la verità?».

Ci sono gli scaffali vuoti dei supermercati visitati, con clienti armati di mascherine che fanno scorte di carne tali da superare tre quarantene di seguito. Ma c’è anche il messaggio del vescovo di Pavia Corrado Sanguineti che, pur sospendendo le messe con concorso di pubblico, chiede che tutti i sacerdoti continuino a celebrare a porte chiuse, e che il suono delle campane ricordi a tutti che l’Eucaristia è offerta per i vivi e i defunti. 

Chiesa vuota per coronavirus foto di don Luca Roveda

giovedì 1 novembre 2018

Chiara Luce Badano: "Io ho tutto"

«Rifugio è il Dio dei tempi antichi e quaggiù lo sono le sue braccia eterne…» (Dt 33,27a)


«Era come se attorno a noi fiorissero ogni giorno tante nuove realtà». A volte il senso della propria vita diventa evidente dopo un incontro. Un incontro che non spazza via le domande, le paure, le difficoltà, ma dà a tutte le fatiche una direzione. E mentre la riga della vita inizia pian piano a unire tutti i puntini che prima rischiavano di perdersi, possono compiersi tanti piccoli grandi miracoli. A raccontare un incontro straordinario, in una chiesa del Carmine gremita per la veglia “Notte dei Santi”, è stato Ferdinando Garetto, medico, che il suo incontro l’ha vissuto con la beata Chiara Luce Badano

«È bello ricordare Chiara stasera – ha detto Ferdinando –, perché questa è la festa che unisce terra e cielo. Ho incontrato Chiara quando avevo 23 anni, ero uno studente di medicina e nella testa iniziavo a pormi alcune domande di senso, ad esempio sulle scelte definitive: è possibile dire “sì” per sempre? E a questo si sommava un periodo particolarmente intenso nel mio percorso universitario, perché ero al quarto anno e per la prima volta passavo dalle malattie studiate sui libri al dolore vivo dei pazienti che incontravo in ospedale».

Testimonianza in Carmine alla Notte dei Santi su Chiara Luce Badano