«Rifugio è il Dio dei tempi antichi e quaggiù lo sono le sue
braccia eterne…» (Dt 33,27a)
«Era come se attorno a noi fiorissero ogni
giorno tante nuove realtà». A volte il senso della propria vita diventa evidente
dopo un incontro. Un incontro che non spazza via le domande, le paure, le
difficoltà, ma dà a tutte le fatiche una direzione. E mentre la riga della vita
inizia pian piano a unire tutti i puntini che prima rischiavano di perdersi,
possono compiersi tanti piccoli grandi miracoli. A raccontare un incontro
straordinario, in una chiesa del Carmine gremita per la veglia “Notte dei
Santi”, è stato Ferdinando Garetto, medico, che il suo incontro l’ha vissuto con
la beata Chiara Luce Badano.
«È bello ricordare Chiara stasera – ha
detto Ferdinando –, perché questa è la festa che unisce terra e cielo. Ho
incontrato Chiara quando avevo 23 anni, ero uno studente di medicina e nella
testa iniziavo a pormi alcune domande di senso, ad esempio sulle scelte
definitive: è possibile dire “sì” per sempre? E a questo si sommava un periodo
particolarmente intenso nel mio percorso universitario, perché ero al quarto
anno e per la prima volta passavo dalle malattie studiate sui libri al dolore
vivo dei pazienti che incontravo in ospedale».