mercoledì 23 novembre 2016

"il Ticino": custode e sentinella di Pavia

<<In questo grande giorno di festa, mi piacerebbe fare alcune domande a “il Ticino”. Sedermi accanto a lui, sui gradini del Duomo, in una mattina soleggiata ma cristallizzata da una leggera nebbiolina fredda, pungente. Pavese insomma. E qui, mentre la quotidianità scorre, ascoltare le storie più affascinanti che sono state impresse sulle sue pagine. Ce ne sono tantissime che io ancora non conosco!
Caro Ticino, che da più di un secolo sei testimone, custode e sentinella degli avvenimenti della nostra Pavia, hai avvertito anche tu il rombo tremendo della nostra torre civica che crollava? Hai sofferto con noi per la chiusura del Duomo? Dove hai trovato il coraggio, nei momenti più difficili della guerra, di arrivare comunque in edicola, seppur con le pagine bianche? Hai tremato anche tu quando il ponte è stato bombardato? E quanti avvenimenti storici per la nostra Chiesa pavese hai raccontato! Due Papi hanno visitato la città dalle cento torri e dalle centotrentacinque chiese, la nostra splendida Pavia, che anche sulle tue pagine è stata descritta e amata in modo speciale da Mons. Cesare Angelini, cantore della bellezza pavese. 

Articolo di Giacomo Bertoni sui 125 anni del settimanale "il Ticino"

Sono dieci anni che è uscito il mio primo articolo su “il Ticino”, avevo solo quindici anni, ma ero già un appassionato lettore. Oggi sono in festa come lettore, collaboratore, pavese. Grato a “il Ticino” per il suo impegno nel farsi ponte fra la Chiesa universale e la Chiesa locale, nel racconto continuo di una comunità che dietro l’apparente freddezza è profondamente innamorata della sua storia e, anche quando non sembra attivamente partecipe, tutto osserva e registra.
Oggi il mondo al quale “il Ticino” parla è radicalmente trasformato. E’ cambiata la società ed è cambiato il mondo dell’informazione. Ma non dobbiamo avere paura delle nuove sfide: “il Ticino” è una presenza amica, è memoria storica della nostra Chiesa, della nostra città. In un mondo sempre più globalizzato e digitale, l’antidoto all’anomia è anche nella ricchezza della storia locale, nella fede raccontata attraverso piccoli gesti quotidiani, nel riconoscimento dell’altro come fratello, come compagno di viaggio sulla stessa barca, anzi… Sullo stesso barcè. Tanti auguri, caro Ticino, e altri 125 di questi giorni!>>

("il Ticino: custode e sentinella di Pavia", di Giacomo Bertoni, articolo apparso su "il Ticino" di venerdì 18 novembre 2016, anno 125, n. 43)

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