venerdì 21 agosto 2015

Leggere per essere liberi

Negli ultimi tempi fatico a leggere i nostri quotidiani. Da sempre sono stato abituato a sfogliare ogni giorno queste pagine dal profumo intenso di mondo, eppure oggi non trovo più quel profumo, un po’ forte forse, ma vero. A leggere alcune interviste, alcuni commenti, ci si chiede: “Ma dov’è la verità? Dov’è la voce del giornalista che chiede conto di quanto viene detto? Dov’è il dato di realtà con il quale dovrebbe confrontarsi questo discorso?”

Spesso, troppo spesso, diviene riconoscibile un filo rosso che lega le strade percorse da alcuni rami dell’informazione. Un filo che porta verso il pensiero unico, dimenticando la sua vocazione originaria: raccontare la verità, rendere consapevoli, dare la libertà. Sì, perché non c’è libertà senza verità e consapevolezza. Non possiamo dirci liberi se le parole con le quali ci viene raccontato il mondo sono false, tendenziose, se sono distorte con noncuranza, travolgendo la realtà empirica con la forza della menzogna. E’ un gioco ingiusto e pericoloso, rafforzato dal “sentito dire”, dai virgolettati non citati, da tutto quel magma vorticoso che popola i social network. E’ il gioco del telefono senza fili, solo che qui si gioca con la realtà, e alla fine del gioco siamo spesso guidati da giocatori invisibili.

Ai bambini racconto questo pericolo facendomi aiutare dalla magia delle favole in “Gino e la Vecchia Consigliera”: chi racconta le bugie non si presenta con la scritta “bugiardo” sulla fronte, anzi, appare come la fonte migliore della verità! 
Quindi leggiamo variando le nostre fonti, leggiamo tanto, anche locale, perché ciò che accade nella nostra comunità è lo specchio di ciò che accade nei piani più alti dei palazzi di potere. Che non sono più, e da molto, solo quelli della politica.

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