venerdì 20 febbraio 2015

Roma devastata dall'ignoranza

La devastazione di Roma ci insegna che gli italiani non sono, come spesso si dice, il popolo più incivile del mondo. La civiltà non si misura con il semplice rispetto delle leggi, anzi, appare evidente proprio in assenza di controllo, quando è solo la coscienza del singolo a guidare l'azione. A volte, quando la coscienza del singolo non è particolarmente formata e attiva, è necessario l'intervento delle forze dell'ordine, affinché i cittadini e i monumenti, che sono pagine della storia europea e mondiale, possano essere protetti dalla barbarie dell'inciviltà. Sarebbe bello ridimensionare l'importanza di una partita di calcio, sarebbe bello (già è accaduto) verificare il reale grado di civiltà dei Paesi europei più "avanzati", sarebbe bello vedere nel Sindaco e nell'Amministrazione capitolina un po' di interesse e di impegno nel difendere la nostra capitale... Sarebbe bello...

(foto Corriere della Sera)

La sfida più grande oggi è ricostruire il rispetto; rispetto per la vita umana, per gli animali, per la natura, per la storia. Ricordarci che siamo tutti custodi di una piccola parte di mondo, custodi e non signori. Forse suonano utopiche e lontane queste parole, ma solo partendo da qui possiamo prevenire episodi di questo genere. Raccontare il rispetto in famiglia, nelle scuole, formare delle coscienze attive, coraggiose. Suona troppo moralista? Ma forse è proprio questo il problema: parlare di morale infastidisce, perchè di morale non si parla e non si deve parlare più. E i risultati si vedono.

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