martedì 11 dicembre 2018

La magia di Venezia si svela di notte

Visitare Venezia non è come visitare una qualsiasi città piena d’arte e di storia. Visitare Venezia è entrare in una dimensione parallela che non è passato glorioso, non è Roma insomma, ma non è neanche futuro vertiginoso, non è dunque Milano. E no, non basta lo zampettare incessante di migliaia di turisti distratti per essere presente laborioso. Il tempo a Venezia si è fermato, e il momento migliore per rendersene conto è dalle 22 in poi.

Venezia e la magia della notte

Il flusso di gente con smartphone e videocamere costantemente accese si placa, i negozi sono ormai chiusi e i lampioni diffondono un tenuo chiarore, appena sufficiente a vedere dove si mettono i piedi. Lungo le calli dai contorni sfumati per la foschia si incrociano persone dai volti nascosti dall’oscurità, s’odono echi di passi dei quali non si comprende l’origine, si intravedono passare lente barche silenziose, che sfiorano mura scrostate dall’umidità.

Foto Venezia al tramonto

Perdersi a Venezia di notte è una grazia, perché vagando senza più indicazioni lungo i canali si scopre il vero volto di una città museo, di una città che con lentezza inesorabile si spopola. I grandi palazzi vuoti, l’edera che tenta di ricoprire cancelli e simboli di antiche casate, le poche finestre ancora aperte, dalle quali sbirciare i resti di un fasto dirompente. Nel crepuscolo di Venezia ci sono ancora bagliori che nessuna città all’apice dell’espansione è in grado di sprigionare. La mia guida è stata un libro che ha trasformato i miei pomeriggi di bambino in avventure fantastiche: “Il re dei ladri”, di Cornelia Funke. 

Romanzo per ragazzi ambientato a Venezia

Conservo ancora la prima edizione Mondadori del 2004 di quello che è stato un libro manifesto per me. Manifesto del turbinio di sentimenti che prova un ragazzino fra desiderio di diventare subito grande e paura di crescere e perdere la fantasia. E una storia così grande, così profondamente umana, non poteva che schiudersi fra gli oscuri canali e i palazzi in rovina della magica città lagunare, che generosamente racconta la sua storia incredibile nel silenzio della notte. 

I palazzi di Venezia al tramonto

Al visitatore Venezia chiede ascolto, silenzio, rispetto. E reverenza. Reverenza per la maestosità di una storia che non ha eguali e che forse sta conoscendo la sua fine, e proprio per questo vuole essere ascoltata per non essere dimenticata. Le case che vengono abbandonate, le chiese preziose e quasi sempre desolatamente vuote, la massa di curiosi che azzanna la città, la fotografa, la filma, e non la vive, i furbi che la mettono in vendita mattone per mattone offrendola al turista più superficiale. Non c’è tramonto senza dolore, non c’è crepuscolo senza malinconia. 

Foto Canal Grande dalla gondola

Ma, tra lo sciabordio delle onde nel buio della notte veneziana, torna alla memoria la voce vibrante e profonda di Milva, in La Canzone della Moldava: “La notte più lunga eterna non è”.

Nessun commento:

Posta un commento

E tu, cosa ne pensi?