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sabato 3 novembre 2018

"Morte dov'è la tua vittoria?"

E ancora, come ogni anno, la tradizionale processione dei ceri nella Messa della sera per la Commemorazione dei defunti. All’altare si porta un cero con il nome della persona cara morta durante l’anno, e ogni piccola fiamma arderà, una dopo l’altra, durante il nuovo anno liturgico accanto al Santissimo. Tanti nomi, tante storie, tanti incontri. 
La vita del quartiere passa anche da qui, dalla croce, segno della più grande sofferenza e della più grande speranza. «Sulla cappella del cimitero del mio paesello c’è una scritta, “Resurrecturis” – ha ricordato don Antonio Lecchi, parroco del San Luigi Orione –, è una perifrastica attiva che indica un’azione imminente, “a coloro che stanno per risorgere”. Questa sera siamo qui per fare memoria, non solo per ricordare un passato, ma per celebrarlo nell’attesa della risurrezione»
I 64 ceri sono stati portati davanti all’altare mentre il coro cantava a piena voce “Cristo è risorto veramente alleluia”. Ritorna alla mente una frase pronunciata da don Antonio dopo la processione di due anni fa: «Tanti ceri formano una croce. E noi sacerdoti siamo qui. Piangiamo con voi, crediamo con voi, speriamo con voi»