«Markiv aveva gli stessi compiti degli altri soldati, non aveva rapporti privilegiati con i suoi superiori, non aveva nessun potere sui comandanti dell’esercito ucraino. Siamo di fronte a una colpa d’autore, è stato presentato alla Corte il mostro perché così non può che essere lui il colpevole. Rimane però l’assordante vuoto probatorio, coperto con l’accusa di crimini contro l’umanità. Ma Pavia non è Norimberga».
Sono le ore 20.45, il Tribunale di Milano è ormai deserto e numerose luci sono state spente. Nel grande corridoio centrale risuona ancora la voce dell’avvocato Raffaele Della Valle, che sta terminando la sua lunga arringa.