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lunedì 2 gennaio 2017

La carta stampata è il futuro

Joseph Pulitzer scriveva: “presentalo brevemente così che possano leggerlo, chiaramente così che possano apprezzarlo, in maniera pittoresca che lo ricordino e soprattutto accuratamente, così che possano essere guidati dalla sua luce.” Fare buon giornalismo oggi significa affrontare sfide inedite, apparentemente insuperabili. La crisi della carta stampata precarizza ulteriormente un lavoro delicato, perennemente in bilico fra esigenze di verità e di opportunità. Ma i colpevoli (no, non i fattori) di questa crisi sono molteplici.

A molti fa comodo che si perda l’abitudine della lettura mattutina del giornale, con i riti sociali ad essa annessi. Le chiacchiere in edicola, il confronto al bar, le conversazioni nate per caso sui mezzi pubblici sbirciando il giornale del vicino, gli articoli sottolineati e ritagliati per l’amico, o letti e commentati in classe. Con la bugia del progresso digitale, nel quale il calo delle vendite del cartaceo non è minimamente equilibrato dall’aumento delle vendite digitali, si taglia la filiera relazionale dell’informazione. 

La sede della Provincia fotografata da Andrea Zanin per Il parco di Giacomo