Si è tenuto giovedì 15 dicembre 2016, nel convento di
Santa Maria Incoronata di Canepanova, il ritiro d’Avvento per docenti
universitari, ricercatori e personale tecnico amministrativo dell’Università
degli studi di Pavia. A guidare la lectio divina Mons. Corrado Sanguineti, che
ha meditato il prologo del Vangelo di Giovanni.
“Noi siamo fatti per incontrare la Parola di Dio, siamo naturalmente orientati ad essa”, ha spiegato Mons. Sanguineti, e questo perché “Gesù è colui che ci narra il Padre, la sua parola è un dirsi di Dio”. E ancora, “la Parola in Gesù diventa volto, quindi noi possiamo vedere. La vita cristiana ha a che fare non solo con l’ascolto, ma anche e soprattutto con il vedere.” E, se possiamo vedere, allora siamo anche in grado di riconoscere i “semi del Verbo”, la presenza del Logos nella storia che precede la venuta di Cristo. Da qui può nascere un proficuo dialogo con chi professa altre religioni o si dice ateo: l’ecumenismo non è un confuso miscuglio di credenze, ma un incontro tra persone e storie, valori e volti.
Ecco l’importanza dei simboli, come ha ricordato fra Enrico, responsabile della pastorale universitaria e padre guardiano del convento: “il presepe pensato da San Francesco non è altro che il racconto simbolico dell’Eucaristia, da riscoprire oggi liberando il santo dalle tante etichette che riducono il suo carisma al dialogo con gli animali”.
“Spesso balbettiamo di fronte al mistero della Trinità,
ma questo avviene perché applichiamo categorie contemporanee e tipicamente
individualistiche al mistero di fede”, ha ribadito Mons. Vescovo. “La Trinità
non è un gruppo di tre individui, bensì tre persone, e la persona è relazione,
non esiste senza l’altro”.
Dai docenti e dal personale proveniente dal mondo universitario, sono emerse varie domande e provocazioni: “come vivere esternamente la mia esperienza intima di fede? Come dialogare di Gesù in un mondo come quello di oggi, nel quale l’atto di fede è visto come una diminuzione delle capacità intellettive e culturali di una persona?” Una risposta è nata proprio da un docente: “ammettere l’ipotesi che tutto ciò che studiamo da scienziati venga da qualcos’altro, da qualcun altro, non è togliere qualcosa alle nostre capacità, anzi, è ampliare lo sguardo, è aprirsi a nuove esperienze, può essere un antidoto al narcisismo che spesso abita i nostri ambienti”.
Il ritiro d’Avvento si è concluso con le parole di Mons. Sanguineti che, riprendendo l’enciclica “Deus Caritas est” di papa Benedetto XVI, ha ricordato: “il Logos può lavorare anche al di là di quanto una persona possa comprendere consapevolmente. Il cristianesimo fiorisce non per proselitismo, ma per attrazione. Perché una legge può dare indicazioni, ma la Grazia dà vita”.
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