mercoledì 9 ottobre 2019

Truffe: come difendersi

Non si apre la porta agli sconosciuti, non si fanno accomodare in casa propria gli sconosciuti, non ci si ferma per strada a parlare con gli sconosciuti, non si consegnano soldi agli sconosciuti. Forse potrebbe bastare questo a evitare molte truffe, spesso perpetrate ai danni di anziani soli, ma vale la pena fare un po’ il punto della situazione.

Ho partecipato per “la Provincia Pavese” al convegno “Più sicuri insieme”, organizzato da Confartigianato Persone in collaborazione con il ministero dell’Interno, e mi è stato chiesto di rilanciare questa campagna sicurezza per gli anziani anche sui miei canali. Lo faccio con piacere, perché questo argomento ci tocca tutti. 

I consigli dei carabinieri per difendersi dalle truffe

L’Arma dei carabinieri, rappresentata al convegno dal comandante provinciale di Pavia Luciano Calabrò, ha raccolto in un vero e proprio vademecum i consigli da seguire per prevenire le truffe. 

Non aprite agli sconosciuti e non fateli entrare in casa; 
non mandate i bambini ad aprire la porta; 
comunque, prima di aprire la porta, controllate dallo spioncino e, se avete di fronte una persona che non avete mai visto, aprite con la catenella attaccata; 
in caso di consegna di lettere, pacchi o qualsiasi altra cosa, chiedete che vengano lasciati nella cassetta della posta o sullo zerbino di casa. In assenza del portiere, se dovete firmare la ricevuta aprite con la catenella attaccata; 
prima di farlo entrare, accertatevi della sua identità ed eventualmente fatevi mostrare il tesserino di riconoscimento; 
nel caso in cui abbiate ancora dei sospetti o c'è qualche particolare che non vi convince, telefonate all'ufficio di zona dell'Ente e verificate la veridicità dei controlli da effettuare. Attenzione a non chiamare utenze telefoniche fornite dagli interessati perché dall'altra parte potrebbe esserci un complice; 
tenete a disposizione, accanto al telefono, un'agenda con i numeri dei servizi di pubblica utilità (Enel, Telecom, Acea, etc.) così da averli a portata di mano in caso di necessità; 
non date soldi a sconosciuti che dicono di essere funzionari di Enti pubblici o privati di vario tipo. Utilizzando i bollettini postali avrete un sicuro riscontro del pagamento effettuato; 
mostrate cautela nell'acquisto di merce venduta porta a porta; 
se inavvertitamente avete aperto la porta ad uno sconosciuto e, per qualsiasi motivo, vi sentite a disagio, non perdete la calma. Inviatelo ad uscire dirigendovi con decisione verso la porta. Aprite la porta e, se è necessario, ripetete l'invito ad alta voce. Cercate comunque di essere decisi nelle vostre azioni. 


Chiamare gli enti e le aziende però spesso richiede tempo, e i truffatori puntano proprio sulla velocità, sul non concedere tempo alla riflessione: «Rimane sempre una regola su tutte – ha ricordato il comandante Calabrò –, la regola della sana diffidenza. Non si apre a sconosciuti, non si danno soldi a sconosciuti, non ci si ferma a parlare per strada con sconosciuti che riempiono di domande. Questo è un messaggio importante soprattutto nei piccoli centri, dove le persone sono più abituate a fidarsi e ad aprire la propria porta. Una sana diffidenza va sempre bene: anche a costo di essere scortesi, non fate entrare. E segnalate situazioni sospette al 112». 

Se le vittime predilette di questi crimini odiosi sono gli anziani soli, noi vicini “giovani” non ne siamo però automaticamente immuni, e soprattutto rischiamo di diventare complici nell’indifferenza: «Quando si è anziani rallenta la percezione degli stimoli – ha aggiunto don Franco Tassone, presidente onorario dell’associazione Piccolo Chiostro onlus –. L’anziano non è che non capisce, è che non riesce a stare dietro al flusso rapidissimo di informazioni che gli viene diretto contro. A volte gli anziani mentono, nascondono la truffa subita perché si trovano a doversi difendere anche dalla frustrazione. Diventano vittime due volte. Stiamo vicini, parliamoci, aiutiamoci, chiediamoci come va. Non giriamo la testa dall’altra parte».

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