«(…) Pensavo: come sarebbe più povera la nostra città senza
gesti di memoria come questi, come la festa della Madonna della Stella, o altre
feste mariane che mantengono un profilo popolare nelle varie comunità (S. Maria
di Caravaggio, la Madonna delle Grazie nella chiesa custodita dai salesiani).
Come sarebbe più povera Pavia senza la festa di San Siro, suo patrono, e la
festa delle Sante Spine!
Ritrovarsi insieme, come credenti e come pavesi, alla processione delle Sante Spine, passare in Duomo nei giorni in cui le venerande reliquie sono esposte per una preghiera, sono gesti che ci aiutano a non perdere il senso e l’anima della nostra storia e della nostra città, in questi mesi segnati da non pochi cambiamenti a livello d’istituzioni civili, culturali e amministrative. (…)» (dall’editoriale del vescovo Corrado Sanguineti, “il Ticino” di venerdì 7 giugno 2019)
Ritrovarsi insieme, come credenti e come pavesi, alla processione delle Sante Spine, passare in Duomo nei giorni in cui le venerande reliquie sono esposte per una preghiera, sono gesti che ci aiutano a non perdere il senso e l’anima della nostra storia e della nostra città, in questi mesi segnati da non pochi cambiamenti a livello d’istituzioni civili, culturali e amministrative. (…)» (dall’editoriale del vescovo Corrado Sanguineti, “il Ticino” di venerdì 7 giugno 2019)
«(...) Non giriamo gli occhi e il cuore da un’altra parte
davanti agli anziani soli che abitano nei nostri quartieri, davanti alle
famiglie che vivono disagi sociali e relazionali, davanti ai ragazzi e agli
adolescenti che riempiono il vuoto e la noia con l’uso dell’alcool, delle
droghe, con forme di trasgressione che portano a banalizzare l’affettività e la
sessualità. Ci sia un’alleanza buona e forte nella grande opera dell’educazione,
tra le famiglie, la scuola, le parrocchie con gli oratori, tutte le varie
associazioni di volontariato che possono offrire esperienze belle e positive.
Non giriamo gli occhi e il cuore davanti a giovani e meno giovani che faticano a trovare un lavoro stabile e dignitoso, davanti agli immigrati che sono tra noi e che spesso portano con sé storie drammatiche di povertà e di violenza. Mettiamo sempre più al centro della nostra comunità civile i soggetti più fragili e deboli, chi rischia di restare ai margini, coloro che non sono nemmeno accolti al loro affacciarsi alla vita, coloro che non sono adeguatamente curati e accompagnati a una morte dignitosa perché non rispondono a criteri di efficienza e di pretesa qualità della vita.
La maturità
e il grado di civiltà di una società e di una città si misurano dalla capacità
di mettere al centro i soggetti più fragili, meno dotati per le condizioni in
cui si trovano a vivere. Guardando ciascuno di questi fratelli, sentiamo
rivolto questo grido: “Ecco l’uomo!”. Ecco l’uomo di cui devi prenderti cura, ecco
l’uomo che custodisce in sé un mistero, una dignità unica e inalienabile. (…)».
(dall’omelia del vescovo Corrado Sanguineti per la festa delle Sante Spine, lunedì
10 giugno 2019, cattedrale di Pavia)
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