<<Una vera crescita in umanità avviene innanzitutto
grazie all’amore materno e paterno: “la buona educazione familiare è la colonna
vertebrale dell’umanesimo” (3). La famiglia, costituita da un uomo e una donna
con un legame stabile, è vitale se continua a far nascere e a generare. Ogni
figlio che viene al mondo è volto del “Signore amante della vita” (Sap
11,26), dono per i suoi genitori e per la società; ogni vita non accolta
impoverisce il nostro tessuto sociale. Ce lo ricordava Papa Benedetto XVI: “Lo
sterminio di milioni di bambini non nati, in nome della lotta alla povertà,
costituisce in realtà l'eliminazione dei più poveri tra gli esseri umani” (4).
Il nostro Paese, in particolare, continua a soffrire un preoccupante calo
demografico, che in buona parte scaturisce da una carenza di autentiche
politiche familiari. Mentre si continuano a investire notevoli energie a favore
di piccoli gruppi di persone, non sembra che ci sia lo stesso impegno per
milioni di famiglie che, a volte sopravvivendo alla precarietà lavorativa,
continuano ad offrire una straordinaria cura dei piccoli e degli anziani. “Una
società cresce forte, cresce buona, cresce bella e cresce sana se si edifica
sulla base della famiglia” (5). È la cura dell’altro – nella famiglia come
nella scuola – che offre un orizzonte di senso alla vita e fa crescere una
società pienamente umana.>> (Messaggio dei Vescovi Italiani, “La
misericordia fa fiorire la vita”)
“E’ qui la festa?” Questo ho pensato entrando ieri sera
nella Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro. L’altare era pieno di splendidi
ciclamini, le ultime prove del nostro don Matteo Zambuto e del coro Laetitia
Domini diffondevano note vibranti, i bambini della Casa di Accoglienza alla
Vita di Belgioioso si guardavano in giro a bocca aperta… “Sì, è qui la festa,
qui di casa è la gioia!” La veglia è stata un cammino, nel quale si sono
intrecciate preghiere, canti e testimonianze. Abbiamo ascoltato racconti di chi
ha trovato il senso della sua vita dopo decenni di buio (Vincenzo Andraous), di
una famiglia che ha sfiorato una ferita insanabile ma che, grazie alla fede, ha
saputo ricostruire una vita assieme ancora più ricca e aperta agli altri (Betty
e Alfonso), di una famiglia che invece proprio in questo momento sta
affrontando una difficile sfida educativa (Lidia e Andrea), e di una ragazza
nigeriana che si è scoperta incinta nella povertà più assoluta ma grazie al
Centro di Aiuto alla Vita ha fatto nascere la sua bambina ed ora assieme al
Centro posa i primi mattoni per il suo futuro (Anita). Mi piace riportarvi
anche i loro nomi, perché aprire il proprio cuore e raccontarne le piaghe non è
facile, ma è un dono immenso, che può fare tanto bene.
Da pavese sono molto
orgoglioso del nostro CAV. Una realtà che, nel silenzio assordante dei media,
salva migliaia di vite, offre ascolto alle madri in difficoltà, crea reti e
sana legami. Una realtà che ha il coraggio e la forza anche nella società di
oggi, dominata da tante ideologie, di accogliere con amore una madre che sta
per abortire, e darle un aiuto morale e concreto per salvare la nuova vita che
sta crescendo in lei. Che bella la festa della vita. Vita che nasce nella
famiglia, e qui impara a prendersi cura degli altri. Famiglia che, anche se
ignorata dalla politica, occupata a guardare interessi di lobby poco numerose
ma potenti, continua ogni giorno a prendersi cura dei più piccoli e dei più
anziani. Un cuore che batte lontano dai riflettori, ma che accoglie e cura i
protagonisti più indifesi della nostra società. Le luci di ieri sera erano un
presagio. L’alba di un mondo nuovo.
<<Chiunque si pone al servizio della
persona umana realizza il sogno di Dio. Contagiare di misericordia significa
aiutare la nostra società a guarire da tutti gli attentati alla vita. L’elenco
è impressionante: “È attentato alla vita la piaga dell’aborto. È attentato alla
vita lasciar morire i nostri fratelli sui barconi nel canale di Sicilia. È
attentato alla vita la morte sul lavoro perché non si rispettano le minime
condizioni di sicurezza. È attentato alla vita la morte per denutrizione. È
attentato alla vita il terrorismo, la guerra, la violenza; ma anche
l’eutanasia. Amare la vita è sempre prendersi cura dell’altro, volere il suo
bene, coltivare e rispettare la sua dignità trascendente” (11). Contagiare di
misericordia significa affermare – con papa Francesco – che è la misericordia
il nuovo nome della pace. La misericordia farà fiorire la vita: quella dei
migranti respinti sui barconi o ai confini dell'Europa, la vita dei bimbi
costretti a fare i soldati, la vita delle persone anziane escluse dal focolare
domestico e abbandonate negli ospizi, la vita di chi viene sfruttato da padroni
senza scrupoli, la vita di chi non vede riconosciuto il suo diritto a
nascere. Contagiare di misericordia significa osare un cambiamento
interiore, che si manifesta contro corrente attraverso opere di misericordia.
Opere di chi esce da se stesso, annuncia l’esistenza ricca in
umanità, abita fiducioso i legami sociali, educa alla vita buona
del Vangelo e trasfigura il mondo con il sogno di Dio.>>
(Messaggio dei Vescovi Italiani per la 38° Giornata per la Vita, “La
misericordia fa fiorire la vita”, 7 febbraio 2016)
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