Copiare e incollare gli articoli, o riprodurli integralmente con qualsiasi altra modalità, è un atto illegittimo. Anche se fatto per la rassegna stampa. Lo ha sancito definitivamente il Tribunale amministrativo del Lazio con due sentenze (la 04260/2021 e la 04263/2021).
Il caso si è aperto con il ricorso presentato da L’Eco della Stampa, ma il fenomeno non si esaurisce alle rassegne pure: esistono tanti siti che sfruttano la riproduzione integrale degli articoli altrui per ottenere visite. Tra questi, a sorpresa, si scopre anche il portale di Radio Maria.
L’Eco ha presentato ricorso, ma i giudici hanno richiamato la legge sul diritto d’autore, affermando che: «L’Agcom ha correttamente applicato le disposizioni sul diritto d’autore, ben potendo i titolari del diritto patrimoniale pretendere la rimozione di opere riprodotte integralmente sulla rassegna stampa della società ricorrente, in assenza di licenza o autorizzazione».
La riproduzione integrale degli articoli non ha nulla a che fare con «un’autonoma opera dell’ingegno, non effettuando alcuna sintesi e rielaborazione degli articoli». Si tratta invece di «una mera selezione di articoli altrui», che viene svolta «a scopo di lucro e con carattere di sistematicità».
Le due sentenze faranno discutere, e non poco, gli uffici stampa, che sicuramente dovranno affrontare maggiori difficoltà (e costi) nella realizzazione delle rassegne stampa, ma sono un punto fermo nella tutela del diritto d’autore. Un diritto oggi più che mai minacciato dall’illusione che su internet ogni contenuto debba essere gratuito.
Da tempo sulle pagine di questo blog indaghiamo invece il fenomeno dei siti che macinano clic grazie al copia e incolla selvaggio di contenuti prodotti da altri. Spesso, come avviene sul sito di Radio Maria, la riproduzione integrale è giustificata con la foglia di fico della rassegna stampa. “Articolo in evidenza”, “Articoli scelti per voi”, e altre diciture simili, utili a coprire il furto di contenuti costati a professionisti lavoro, impegno e responsabilità.
L’articolo nel quale si dava notizia del trucchetto attuato dalla radio è stato sommerso di insulti sui social, molti irripetibili, altri più simpatici come «Padre Livio può», o «Lo fanno per evangelizzare quindi possono». Ma nessuna scusa fantasiosa può giustificare la violazione della legge sul diritto d’autore e della deontologia giornalistica.
Il copia e incolla, ora ritenuto illegittimo anche per la rassegna stampa, danneggia il giornalista che lo subisce e il lettore, che al posto di un prodotto Dop e Igp si vede rifilare una scatola chiusa senza etichetta né data di scadenza. Leggere fa bene, conviene leggere bene.
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(Image by TheDigitalWay from Pixabay)
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