Si può fare obiezione di coscienza per un vaccino anti covid-19 che ha utilizzato linee cellulari da feti abortiti per la sperimentazione e la produzione del siero? La domanda ha iniziato a circolare sui social insieme alla notizia dell’arrivo in Italia del nuovo vaccino Johnson & Johnson, che utilizza queste linee cellulari non solo per i test di laboratorio (come Pfizer e Moderna) ma anche per la produzione.
I vescovi USA hanno espresso netta contrarietà al vaccino Johnson & Johnson, e hanno invitato i cattolici a scegliere il vaccino «con il minor legame con le linee cellulari derivate dall’aborto», ma il dibattito nell’opinione pubblica italiana rimane in modalità “silenzioso”, dando per scontato che tutta la popolazione sia d’accordo con la somministrazione di qualsiasi vaccino.
La situazione odierna però non è così chiara, in quanto la comunicazione dominante presenta i vaccini come unica soluzione per salvare vite (necessaria anche per persone giovani e “non fragili”), e tratteggia chi ancora ha dubbi a riguardo come un pericoloso sovversivo.
La questione centrale dell’obiezione di coscienza infatti è la consapevolezza: per obiettare si deve conoscere il problema etico, per conoscerlo occorre poter accedere a una informazione completa e intellettualmente onesta. Che non confonda un atteggiamento irrazionalmente antiscientifico con lo spiaggiamento fideistico ai comunicati stampa delle case farmaceutiche o alle volubili dichiarazioni degli esperti, ospiti insostituibili di ogni talk show.
Il dibattito sui problemi etici sollevati dai nuovi vaccini è tenacemente ignorato dalle principali testate giornalistiche italiane, eppure continua a crescere il fronte del “no”. Particolare attenzione è data al nuovo vaccino Johnson & Johnson, che utilizza linee cellulari da feti abortiti anche per la produzione del siero; situazione che ha spinto i vescovi americani a superare la Nota della Congregazione per la dottrina della fede, rigettando il concetto di «cooperazione al male remota» e invitando i cattolici, e chiunque abbia a cuore la difesa della vita, a fare pressione sulle case farmaceutiche affinché la produzione si sposti su vaccini etici. La diocesi di Bismarck, ad esempio, ha rilasciato un comunicato nel quale definisce il vaccino Johnson & Johnson: «moralmente compromesso e quindi inaccettabile per i cattolici».
La Congregazione per la dottrina della fede affronta anche il tema dell’obbligatorietà e dell’obiezione di coscienza, affermando che: «appare evidente alla ragione pratica che la vaccinazione non è, di norma, un obbligo morale e che, perciò, deve essere volontaria». Pertanto: «Coloro che, comunque, per motivi di coscienza, rifiutano i vaccini prodotti con linee cellulari procedenti da feti abortiti, devono adoperarsi per evitare, con altri mezzi profilattici e comportamenti idonei, di divenire veicoli di trasmissione dell’agente infettivo».
Il documento ricorda che se il vivere civile non si basa sulla tutela dei soggetti più fragili perde ogni legame interno di solidarietà. E, come ribadisce la Nota “Donum vitae” della Congregazione per la dottrina della fede del 22 febbraio 1987, il bambino non nato è soggetto fragile per eccellenza, meritevole di tutte le cure che spettano a giovani, adulti e anziani.
Qui infatti si legge: «Usare l'embrione umano, o il feto, come oggetto o strumento di sperimentazione rappresenta un delitto nei confronti della loro dignità di esseri umani che hanno diritto allo stesso rispetto dovuto al bambino già nato e ad ogni persona umana. La Carta dei diritti della famiglia, pubblicata dalla Santa Sede, afferma: "Il rispetto per la dignità dell'essere umano esclude ogni sorta di manipolazione sperimentale o sfruttamento dell'embrione umano"(30). La prassi di mantenere in vita degli embrioni umani, in vivo o in vitro, per scopi sperimentali o commerciali, è del tutto contraria alla dignità umana».
Prima ancora dell'obiezione di coscienza, occorre chiedersi: può esserci libertà senza informazione?
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(Image by Jill Heyer from Unsplash)
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