«Noemi è matura per diventare almeno la “prima rossa” della canzone italica (exaequo con la Mannoia)» (dalle pagelle di Avvenire, 11 febbraio 2021). No Massimiliano Castellani, no Avvenire. Premessa: si comprende bene la fretta, si comprende bene la pressione nel preparare le pagelle insieme a decine di giornali concorrenti.
Si comprende anche la dimenticanza, in fondo chi di noi non sbaglia mai nulla? Io ho conosciuto una volta un collega che non sbagliava mai un articolo: non ne scriveva. Però ci sono scivoloni dai quali vale la pena risollevarsi presto. Di Rossa la canzone italica ne ha già una.
Mai gongolamento egocentrico per una voce fuori dal comune, bensì carriera innovativa e mossa dal desiderio di imparare nuove melodie e calpestare palcoscenici lontani. Una carriera insolita, piena di sfumature e sorprese, difficile da raccontare anche per chi come noi racconta ogni giorno storie.
Non si può parlare del Festival di Sanremo senza parlare di lei. Non si può viaggiare nella musica italiana senza ascoltare i suoi dischi. Sì Massimiliano Castellani, sì Avvenire, di Rossa la canzone italica ne ha già una, e una sola rimane. Si chiama Milva.
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