La triste vicenda dell’intervista vintage a Renato Brunetta, riproposta come ultim’ora inedita dal Corriere della Sera, ricorda che le testate giornalistiche devono smetterla di inseguire i siti di quart’ordine per acchiappare una manciata di clic in più.
Non è una questione marginale: se il giornalismo perde la propria deontologia allora si consegna inerme al mondo dei social, allora mette sullo stesso piano un giornalista professionista che fa cronaca e un profilo anonimo che pubblica tutto ciò che gli passa per la testa.
Il pericolo non riguarda solo la professione giornalistica ovviamente, e la televisione ha molte colpe, basti pensare a talk show nei quali domande di bioetica sono fatte a soubrette e domande di politica ai virologi e domande di medicina agli storici. Per fare audience tutto fa brodo, anche per catturare qualche clic in più.
Ci sono siti gestiti da non giornalisti che ogni giorno pubblicano decine di articoli con notizie non verificate, a volte non firmate, spesso copiate e incollate illecitamente da altri siti. Realtà che non hanno nessuna intenzione di informare, bensì vogliono raccontare una storia, una visione del mondo, imponendola come l’unica giusta. Per il lettore meno esperto ciò è rassicurante: che bello aprire un sito dove so che troverò conferma a tutto ciò che già penso. Ma il giornalismo è un’altra cosa.
Il giornalismo è difesa della democrazia proprio perché facendo cronaca (e solo un giornalista ha le competenze per farlo correttamente, come solo un medico per curare una malattia e solo un ingegnere per progettare un ponte etc etc) racconta la realtà.
Consente al lettore di conoscere ciò che accade attorno a lui. E solo avendo letto e compreso la cronaca si può poi comprendere i pensieri sulla realtà. Solo conoscendo la realtà la si può analizzare, si può prendere una posizione consapevole.
L’errore sull’intervista del Ministro Renato Brunetta, per il quale il Corsera si è scusato in serata, non danneggia solo la singola testata, ma la fiducia dei lettori nel giornalismo. E questa fiducia, già fragile, non si risana in un giorno. Le responsabilità sono tante e non possono essere addossate tutte alla categoria, al corporativismo, ma nemmeno alla superficialità di tanti lettori. Una cosa è certa: a furia di demolire resteranno solo macerie.
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(Image from Renato Brunetta’s official Twitter profile)
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