«Harry annuì. Non riusciva a trovare le parole per spiegare che cosa significava per lui vederli tutti schierati lì, al suo fianco. Invece sorrise, levò una mano in segno di saluto, si voltò e uscì dalla stazione, verso la via illuminata dal sole, con zio Vernon, zia Petunia e Dudley che arrancavano nella sua scia». Giovedì 10 dicembre dalle 21.40 (come sempre si spera prima ma si teme dopo) arriva su Canale 5 “Harry Potter e l’Ordine della Fenice”.
Il quinto capitolo della saga nata dalla penna di J.K. Rowling narra una grande battaglia, quella fra verità e menzogna. Il ritorno di Voi-Sapete-Chi infatti è negato strenuamente dal Ministero della Magia, e la Gazzetta del Profeta sceglie la linea più istituzionale possibile. Harry Potter, fino a pochi mesi prima osannato (e persino perdonato per una violazione della legge magica), diventa un complottista pericoloso. Un ragazzino assetato di fama, disposto a tutto pur di far parlare di sé, imprigionato in una storia senza la quale sarebbe un anonimo mago adolescente, orfano e cresciuto da babbani arroganti.
Dolores Umbridge rappresenta plasticamente il pericolo dell’abitudine, anticamera del regime: ha un posto fisso, sicuro e garantito, le viene offerta l’opportunità di avanzare di carriera e lo fa, incurante del prezzo. Anche perché non lo paga lei, ma chi capita sotto il suo potere decisionale. Perché dovrebbe fermarsi? Sta semplicemente obbedendo a ordini superiori, sta rispettando il contratto firmato con il Ministero, sta persino ottenendo risultati. Drammatici, ma pur sempre risultati.
Il quinto capitolo della saga di Harry Potter sbatte il lettore contro il muro e lo prende a schiaffi gridando: «Guardati attorno, chi sei? Che ruolo hai nella storia che si scrive attorno a te? Sei forse lo zelante burattino di un’ideologia? E chi ti sei scelto accanto, l’Esercito di Silente o i Mangiamorte?».
L’Ordine della Fenice è quello spiraglio di speranza che salva, perché ricorda che c’è sempre qualcuno che anela al Bene. Anche quando tutti i cuori sembrano ubriacati dalle menzogne, una scintilla di verità resiste e continua a fare luce. E nel quinto capitolo la sfida è sovrumana, perché il nemico non è Voi-Sapete-Chi che si aggira nella notte uccidendo i maghi che gli si oppongono: tutti sarebbero d’accordo sull’origine del Male.
Ora invece le menzogne vengono dal Ministero della Magia e dal principale quotidiano del mondo magico. Ora il rifiuto pubblico delle menzogne significa la perdita del posto di lavoro, significa subire vessazioni, significa assistere al vuoto d’affetti che si crea tutto attorno alla propria vita. Perché nessuno se la sente più di stare accanto a chi osa criticare la narrazione del pensiero unico.
Ed è qui che l’Ordine della Fenice arriva in soccorso, tenendo viva quell’umanità che rischia di spegnersi di fronte al compromesso come unica possibilità di salvezza. È qui che nasce, inaspettatamente, l’Esercito di Silente, quando l’impulso naturale alla verità regala il coraggio di sfidare il mondo. Pagando di tasca propria, perché i giovani che entrano nell’Esercito hanno tutto da perdere.
Proprio per questo la messa in onda in prima serata sulla rete ammiraglia Mediaset certifica che c’è ancora spazio per la speranza. Nonostante un palinsesto votato al trash, a trasmissioni che esaltano le brutture per spegnere la coscienza e abituarla all’orrido, la storia di Harry Potter irrompe e richiama l’attenzione sulla battaglia che anche oggi è in atto.
Sempre nella Storia il potere attira a sé uomini assetati come Voi-Sapete-Chi e ciniche funzionarie come Dolores Umbridge. E J.K. Rowling è lì a guardare negli occhi i lettori, con poche parole sulle labbra: tu da che parte stai?
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(Image N. 1 by Joseph Barrientos from Unsplash, images from Wizarding World’s official Facebook page)
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