C’è come una presenza nuova nelle nostre città in queste settimane di isolamento, un ospite inedito che cambia il volto dei palazzi, la
geometria delle strade e l’ampiezza dello sguardo. È il silenzio. Un silenzio
arrivato quasi di soppiatto, con le prime restrizioni, un silenzio misterioso e
nuovo che è rimasto sempre lì, pronto a invadere ogni spazio lasciato libero
dal rumore di un mondo assopito.
Basta aprire le finestre ed ecco che il
silenzio entra per abbracciarti, basta fare due passi in giardino e l’orecchio
scopre suoni che non ricordava più. Ci sono gli uccellini che cantano, ci sono
i primi insetti impollinatori che ronzano sui fiori, c’è il vento che sussurra
storie scivolando tra le foglie. Cos’è successo ai piccoli polmoni verdi di
città? Anche i giardinieri si sono fermati durante il lockdown, e questo ha
fatto sì che i prati cambiassero aspetto.
Le margherite hanno presto rubato
spazio all’erba, e con loro decine di esemplari di dente di leone, che poi si
trasformeranno in soffioni e regaleranno al vento i loro semini. E questi, come
piccoli pacchi regalo dotati di paracadute, si diffonderanno per sbocciare in ogni
centimetro di terra libero. Anche le viole del pensiero, spesso distrutte da un
taglio dell’erba un po’ grossolano (gli André Le Nôtre oggi sono molto rari),
hanno fatto in tempo a sbocciare, e forse faranno in tempo anche a fare i semi
e a lasciarli sul terreno per le prossime fioriture.
Gli insetti impollinatori
E gli insetti? Sono sempre meno le
api, soprattutto in città. E le coccinelle? Le farfalle? I pettirossi? Quando
ero piccolo (dunque non tanti anni fa) il giardino era tutto un frullare d’ali,
poi pian piano la vita nel verde sembra essersi fermata. In queste settimane
sono tornate le api e le coccinelle, da giorni svolazzano felici in mezzo a
questa inaspettata abbondanza di fiori selvatici. Le api contribuiranno a
impollinare i fiori, le coccinelle si mangeranno i terribili afidi, che
minacciano foglie e fiori.
Qualche giorno fa ha fatto la sua comparsa anche una
piccola lumaca, che trasportava la sua casetta tra le foglie di tarassaco,
forse rassicurata perché il frastuono di tosaerba e decespugliatori non s’udiva
da tanto. E non serve avere il Giardino di Boboli per osservare queste piccole
magie, basta un fazzoletto di terra e una spolverata di disordine naturale dopo
settimane di libertà.
Un giardino, un libro e la fase 2
Il giardino e un buon libro sono stati lo sfogo rasserenante
in queste settimane di isolamento per contenere il contagio da coronavirus,
vedi #librinelverde. Il giardino e un buon libro possono restare un rifugio
rassicurante da abitare nel tempo libero di questa fase 2 dai contorni poco
definiti. Una fase 2 che, fra paure e incertezze, rischia di diventare un'ondata di stress che non lascia spazio alla speranza.
E se, vista la proroga della sospensione per le Messe con concorso di
popolo, i giardini diventassero anche spazi da riempire con la preghiera in
queste sere del mese di maggio? La parrocchia San Giorgio Martire, della
diocesi di Pavia, ha progettato qualcosa del genere.
La vita pian piano
riprende, ora è tempo che anche le relazioni tornino a fiorire. Il verde rimarrà sempre lo spazio silenzioso ma pieno di suoni dove ritrovare una
dimensione più naturale. Per voi, ecco qualche fotografia scattata durante l’isolamento.
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