mercoledì 6 maggio 2020

Uniti si trema, uniti si spera, uniti si ricostruisce

«Uniti si trema, uniti si spera, uniti si ricostruisce». Radio Mater ha scelto questa frase, dal mio articolo “Lockdown della fede? Non avete capito niente”, per una grande operazione da avviare nella parrocchia dell’etere: il rilancio della speranza. Di questo abbiamo bisogno oggi: mentre tutte le certezze vacillano, abbiamo bisogno di sapere che l’orizzonte indicato dalla paura non è quello definitivo. 

Slogan di Radio Mater Uniti si spera per dare speranza davanti al coronavirus

Di fronte al coronavirus non siamo tutti uguali. Come in ogni crisi si aprono nuovi spazi e nuove possibilità, ma i soggetti più fragili (fisicamente, moralmente, contrattualmente) avranno la possibilità di far sentire la propria voce? Gli anziani soli, i giovani precari, le persone che camminano nel mondo senza difese: chi darà loro un po’ di calce e qualche mattone per aiutarli a partecipare alla ricostruzione? 

Grazie Radio Mater di aver rilanciato il mio articolo, torneremo presto a incontrarci di persona ad Albavilla. Per tutti noi, una dedica dai “Cori della Rocca” di Eliot. La speranza non inganna mai. 

Immagine di una chiesa in rovina a Cipro

In luoghi abbandonati
noi costruiremo con mattoni nuovi.
Vi sono mani e macchine
e argilla per nuovi mattoni
e calce per nuova calcina.
Dove i mattoni sono caduti
costruiremo con pietra nuova.
Dove le travi sono marcite
costruiremo con nuovo legname.
Dove parole non sono pronunciate
costruiremo con nuovo linguaggio.
C’è un lavoro comune,
una Chiesa per tutti,
e un impiego per ciascuno:
ognuno al suo lavoro.” 


(Image by Dimitris Vetsikas from Pixabay)

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