«Ma dov’è finita la tua Milva?». La domanda scoppia così,
all’improvviso, nell’aria gelida di Milano. È la sera di Sant’Ambrogio, manca
poco all’ora di cena. La sosta davanti alla vetrina di una grande libreria
risveglia la curiosità di un amico. Sugli scaffali sono esposti gli ultimi
arrivi: decine e decine di dischi stampati per il Natale. Alcuni nati da
un’ispirazione, altri da un calcolo, alcuni già onnipresenti in radio, altri
invece ancora in attesa di essere scoperti.
È vero, c’è una grande assente, e
sorprende che pochi se ne accorgano. Persino i commessi rimangono un po’ in
silenzio prima di abbozzare un «ma cerca canzoni come “La filanda?”». Qualcuno
della compagnia sorride imbarazzato, neanche avessi chiesto due etti di
prosciutto in un’erboristeria. Lungo via Dante alcune installazioni ricordano
le esibizioni milanesi di cantanti italiani e stranieri, e la domanda si
ripresenta: «Dov’è Milva?».
Continuando a camminare però una scritta luminosa richiama lo sguardo, la luce arriva da via Rovello: “Piccolo Teatro”. È qui che ha avuto inizio tutto, è su questo palcoscenico che una giovanissima Milva, reduce da grandi Festival di Sanremo (basti pensare a “Il mare nel cassetto”, “Tango italiano”, “Nessuno di voi” e “Canzone”), ha scoperto un altro mondo oltre quello delle canzonette. E ha iniziato a frequentarlo, fino a diventarne protagonista.
Continuando a camminare però una scritta luminosa richiama lo sguardo, la luce arriva da via Rovello: “Piccolo Teatro”. È qui che ha avuto inizio tutto, è su questo palcoscenico che una giovanissima Milva, reduce da grandi Festival di Sanremo (basti pensare a “Il mare nel cassetto”, “Tango italiano”, “Nessuno di voi” e “Canzone”), ha scoperto un altro mondo oltre quello delle canzonette. E ha iniziato a frequentarlo, fino a diventarne protagonista.
Milva corre così su due binari paralleli, alternando lavori più
commerciali a esperienze teatrali ricercate. Eppure, anche questa soluzione sta
stretta a Milva, perché è l’idea stessa dei binari che non le piace. Milva
vuole viaggiare nell’arte, vuole prima di tutto imparare, vuole nutrire il suo
spirito inquieto con incontri significativi, e così fa. Regala tutta se stessa
nello studio di Brecht, e ne diventa la principale interprete europea.
Si immerge nelle atmosfere del tango con Astor Piazzolla, del quale diventa musa e con il quale calca le scene dei più prestigiosi teatri d’Europa. Poi torna in Italia e collabora con Battiato, da questo incontro nascono perle come “Milva e dintorni”, “Svegliando l’amante che dorme” e “Non conosco nessun Patrizio”. Intanto è in televisione a condurre “Palcoscenico”, dove gioca con Heather Parisi e Oreste Lionello, poi dà vita a un disco, “La rossa”, che Enzo Jannacci ricama sulla sua voce.
Si immerge nelle atmosfere del tango con Astor Piazzolla, del quale diventa musa e con il quale calca le scene dei più prestigiosi teatri d’Europa. Poi torna in Italia e collabora con Battiato, da questo incontro nascono perle come “Milva e dintorni”, “Svegliando l’amante che dorme” e “Non conosco nessun Patrizio”. Intanto è in televisione a condurre “Palcoscenico”, dove gioca con Heather Parisi e Oreste Lionello, poi dà vita a un disco, “La rossa”, che Enzo Jannacci ricama sulla sua voce.
E intanto viaggia, studia, lavora, cresce. Ogni nuovo
disco è un passo oltre, ogni nuovo spettacolo sorprende. Ogni nuova esibizione
dal vivo si arricchisce delle nuove scoperte, ogni parola delle canzoni prende vita e arriva a scuotere il pubblico. Come alla sua ultima replica della
Variante di Luneburg, al teatro Arena del Sole di Bologna il primo aprile del
2012. Dove non arrivava il fisico arrivava il suo animo da pantera.
Forse è proprio qui, davanti a questa scritta luminosa, che bisogna cercare Milva oggi. In una firma invisibile che racconta la storia di una diva, l’ultima diva dal fascino mitteleuropeo. Che ha dato tutto ciò che aveva al suo pubblico, e poi si è ritirata, come a preservare una magia che rischiava di non accadere più. Milva però non aspetta all’angolo come Marlene, e lo dimostra la splendida foto scattata da Edith Meier nella quale la Rossa ascolta il nuovo disco di Mina. Milva libera, unica, serena, così omaggia la sua grande collega.
Forse è proprio qui, davanti a questa scritta luminosa, che bisogna cercare Milva oggi. In una firma invisibile che racconta la storia di una diva, l’ultima diva dal fascino mitteleuropeo. Che ha dato tutto ciò che aveva al suo pubblico, e poi si è ritirata, come a preservare una magia che rischiava di non accadere più. Milva però non aspetta all’angolo come Marlene, e lo dimostra la splendida foto scattata da Edith Meier nella quale la Rossa ascolta il nuovo disco di Mina. Milva libera, unica, serena, così omaggia la sua grande collega.
In un mondo
dove l’apparenza sembra coincidere con l’essenza, la Rossa ricorda che dietro
“microfoni e lustrini” continua a scorrere la vita, una vita che ha senso anche
“quando il sipario calerà”. Ed oggi l’assenza si fa più dolce grazie a Nar
International, perché da pochi giorni possiamo ascoltare e vedere in streaming
alcuni degli ultimi lavori di Milva, e si tratta di perle quasi introvabili. A
chi ci chiede dov’è Milva, chiediamo dov’è la musica. Perché, una volta
scoperta la Rossa, nessuna canzone suona più come prima.
milva unica,un'artista come lei non troverà un altra cantante che la potrà sostituire
RispondiEliminaEccellente articolo, originale e acuto, su Milva la grande artista italiana, la più poliedrica di tutte in assoluto.
RispondiEliminaGrandissima artista...che nessuna tv celebra come dovrebbe in compenso sentiamo i "versacci" di Mina nello spot Tim...L'ultima volta che si è esibita era all'Arcimboldi.. bellissimo spettacolo e lei super!!
RispondiEliminaDai, addirittura versacci?
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