Linee cellulari da feti abortiti nei vaccini anti covid-19: cosa dice la Chiesa? La domanda è comparsa sulle pagine di questo blog per la prima volta martedì 16 marzo 2021, con l’articolo “Vaccino anti covid-19 e aborto: problema non risolto”.
Nel pezzo si dà notizia della presa di posizione della diocesi di New Orleans, che attraverso un comunicato ha definito il vaccino Johnson & Johnson «moralmente compromesso». Il siero, infatti, utilizza linee cellulari da feti abortiti non solo per le fasi di test e sperimentazione, come Pfizer e Moderna, ma anche per la produzione, come AstraZeneca (che però in America non è stato ancora approvato).
La diocesi di New Orleans è intervenuta il 26 febbraio, ma il 3 marzo è stata seguita dalla diocesi di Bismarck, che definisce il vaccino «moralmente compromesso e quindi inaccettabile per i cattolici», e dal Presidente del Comitato per la dottrina della Conferenza episcopale statunitense, che ha invitato i cattolici a rifiutare il vaccino Johnson & Johnson, facendo pressione sulle case farmaceutiche affinché spostino la produzione verso vaccini etici.
Da quel momento, per questo blog sono stati scritti oltre dieci articoli dedicati al tema, riportando notizie e dichiarazioni che non hanno trovato spazio sulle principali testate giornalistiche italiane, come le voci dei vescovi americani, l’appello all’obiezione di coscienza del vescovo di Nur-Sultan, l’inchiesta sulle parole del sacerdote di Cesena don Paolo Pasolini, l’approfondimento su ciò che i documenti della Chiesa dicono riguardo aborto e sperimentazioni sugli embrioni, e molto altro (leggi qui).
All’opinione pubblica è stato negato l’accesso a queste informazioni, in parte escludendole dalle scalette dei telegiornali e dai timoni dei quotidiani, in parte limitando l’indicizzazione nei motori di ricerca delle notizie pubblicate sul tema, anche se prodotte e verificate da giornalisti. Un problema deontologicamente serio perché, se il giornalismo è "la linfa della democrazia" (cit. by Alberto Spampinato - Ossigeno per l'informazione), allora deve poter informare a 360° i cittadini, riportando anche le voci critiche, scomode, estranee al pensiero dominante. Come può essere libero il cittadino se gli viene mostrata solo una porzione della realtà?
Nonostante il silenzio, qualcosa ancora si muove, come dimostra la lettera, purtroppo anonima, pubblicata dal blog del collega Aldo Maria Valli lunedì 12 aprile, dal titolo “Vaccini, aborti, giudizio bioetico e mondo pro-life”. Il testo (punta di un iceberg fatto di dubbi che corrono sulle chat e nelle rare occasioni di incontro pubblico in presenza) è una dura critica della Nota e del silenzio/assenso che i movimenti pro-life hanno scelto rispetto ai vaccini: come si può difendere la vita, si chiede l'autore, se si promuovono questi vaccini?
Qui, tra le altre cose, si ribadisce: «La necessità d’un giudizio bioetico e giuridico sulla legittimità dell’utilizzo di massa di terapie sperimentali e la necessità d’un giudizio etico sulle legittimità dell’utilizzo (per produzione/sperimentazione) di cellule fetali umane ricavate da aborti volontari».
Il problema etico rimane dunque aperto anche per i vaccini Pfizer e Moderna, per i quali continua a esistere, seppur più remoto, il legame con l'aborto. Ad oggi è rimasto inascoltato il passaggio della Nota che chiedeva alle aziende farmaceutiche di iniziare a produrre vaccini etici (definito dalla Congregazione "un imperativo morale"), così come è stato presto dimenticato il monito: la vaccinazione deve essere volontaria.
Si torna così alla domanda posta, in solitaria, sulle pagine di questo blog il 16 marzo scorso: «In arrivo un nuovo pronunciamento della Congregazione per la dottrina della fede sui vaccini anti covid-19?».
Leggi anche https://parcodigiacomo.blogspot.com/2021/04/vaccini-e-questione-etica-una-rassegna.html
(Image by Macau Photo Agency from Unsplash)
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