Sta sollevando un gran polverone il tutorial per una
spesa sensuale realizzato nello studio di “Detto Fatto”, nella fascia
pomeridiana firmata Rai 2. Forte l’indignazione sui social, per quella che
viene definita una rappresentazione sessista. Eppure questo misero teatrino arriva
dopo anni di spettacolarizzazione del trash. Com’è possibile fare i sepolcri
imbiancati oggi? E, soprattutto, com’è possibile accusare di sessismo ciò che è
tutto fuorché sessismo?
Perché Emily Angelillo, professione pole dancer, non ha
fatto altro che adeguarsi alla famelica dipendenza da trash che abita la
televisione e i social. E il bisogno di spazzatura avvolge tutto, persino i programmi
teoricamente più “alti”. Non è più possibile infatti preparare un talk show
senza l’ospite fumantino che certamente prima o poi esploderà, ribaltando il
tavolo e magari abbandonando lo studio, ovviamente dopo aver gridato contro
tutto e tutti. Non può mancare la domanda allusiva, volgare, il doppio senso che
rimane sospeso tra gli sguardi fintamente scandalizzati di conduttori e ospiti.
«Non
esiste diretta senza imprevisto», mi è stato detto la prima volta che
mi sono seduto in radio per la mia prima rassegna stampa, ed è vero. Ma oggi l’imprevisto
è cercato, studiato e progettato perché venga poi trasformato in gif e meme sui
social. L’importante è che si parli della trasmissione, del super ospite che
super non è, del super scoop che super non è, nonostante i riscontri Auditel
che super non sono.
Il tutorial per una spesa sensuale voluto, provato e
mandato in onda a “Detto Fatto” non è sessismo, è solo l’ennesima nuova striscia
dell’iceberg di trash che emerge dal mare. E c’è chi si sfrega le mani perché oggi
tutti parlano di una trasmissione della quale non parlava più nessuno da tempo.
“Detto Fatto” non è una testata giornalistica e non opera con giornalisti,
dunque non ci si può appellare alla deontologia, come avvenuto per
Barbara D’Urso
e
padre Livio Fanzaga. Oltre la deontologia esiste però ancora il buongusto. E c’è
stato un tempo nel quale la Rai era madrina del buongusto, perché così si
faceva cultura. Sia ben chiaro, anche adesso si fa cultura: dare spazio al
trash
è una scelta editoriale chiara, esplicita e formativa. Atta però a formare una massa
di burattini.
Leggi anche https://parcodigiacomo.blogspot.com/2020/11/piovono-bufale-come-difendersi.html
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