sabato 25 aprile 2020

Vescovi lombardi: tornare a Messa

«Il 1° maggio avverrà l’affidamento dell’Italia alla protezione materna di Maria, venerata a Caravaggio, perché sostenga tutti nella fiducia, nella speranza e in un rinnovato amore. A Lei chiediamo il dono di uno sguardo sapiente così che, dopo tanto dolore e sofferenza, si aprano prospettive di speranza e di gioia». Venerdì 24 aprile i vescovi lombardi si sono riuniti in videoconferenza per affrontare il tema delle Messe con concorso di popolo nella fase 2. 

Immagine della Madonnina nel duomo di Milano

Il messaggio dei vescovi lombardi 

I vescovi hanno pubblicato poco fa un comunicato, dal titolo “Non di solo pane vivrà l’uomo…”, nel quale si fanno ancora una volta vicini alle loro comunità, senza nascondere però che le sfide per tornare a celebrare con i fedeli rimangono molto complesse. Nel comunicato infatti, non ci sono ricette facili o soluzioni immediate, al posto delle quali si trova l’affidamento fiducioso alla Madonna di Caravaggio. Attraverso il comunicato, i vescovi: «vogliono rinnovare il loro grazie ai medici, agli infermieri, al personale sanitario, alle forze dell’ordine e a tutti coloro che, in modo diverso, hanno aiutato e sostenuto tutti in questi mesi». 

La sospensione delle Messe con concorso di popolo, che in Lombardia è in vigore dal 23 febbraio scorso, è stata una decisione inedita e sofferta, che non ha mai voluto essere una fuga dalla celebrazione viva e comunitaria della fede. I vescovi lombardi: «esprimono una intensa e affettuosa vicinanza alle molte famiglie provate dal dolore per la morte in solitudine dei propri cari. Hanno celebrato e pregato per i loro defunti, così come hanno pregato e pianto la morte di tanti preti, vero cuore pulsante di comunità generose». 

Le Messe con concorso di popolo sospese 

A fronte di pochi casi di egoismo, la maggioranza assoluta delle comunità sta rispettando le regole dettate dal governo e dalla Conferenza episcopale lombarda, sopportando il digiuno eucaristico. Un digiuno doloroso, dal quale però hanno iniziato subito a fiorire nuove speranze, come la partecipazione straordinaria ai momenti di preghiera e alle Messe trasmesse in tv e sui social. La comunione dei santi oggi è più viva e reale che mai, e sembra accompagnare con rasserenante fiducia questo difficile momento di transizione. La meta è ancora sconosciuta, ma nessun fedele è solo. 

Cosa succederà adesso? Così scrivono i vescovi lombardi: «Ora è tempo di guardare al futuro. Per i mesi che verranno si fa più evidente che occorre offrire un pane necessario per vivere, un pane senza il quale l’uomo e la società tutta va incontro alla morte. Per poter donare all’uomo il pane che fa vivere è necessario che, nel pieno rispetto delle norme sanitarie che devono valere per tutti i cittadini, ci sia una ripresa della vita liturgica. E questo a partire dall’eucarestia e dall’accompagnamento a quel momento così umano e doloroso che è la morte di una persona cara». 

La fase 2 

Come tutto questo potrà prendere forma? La diocesi di Milano ha lanciato una raccolta di proposte da parte dei fedeli; è possibile partecipare con le proprie osservazioni scrivendo a fase2@diocesi.milano.it. Occorreranno indicazioni chiare e comuni a tutte le parrocchie, volte a consentire dopo così tante settimane la partecipazione alle Messe. 

Nella speranza che rimanga viva la proficua collaborazione fra Conferenza episcopale lombarda e autorità civili, una collaborazione che in futuro sarà sempre più importante, basti pensare alla possibilità di celebrare le Messe all’aperto, magari su suolo pubblico. Senza dimenticare che ogni sforzo, ogni sacrificio è volto a tutelare chi è più fragile e più esposto al contagio. Isolati, ma non soli. 

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