La sospensione delle Messe con concorso di popolo «è qualcosa
di assolutamente eccezionale». Torna a parlare alla sua diocesi il
vescovo di Pavia Corrado Sanguineti, diocesi che si appresta a vivere la nuova
domenica nella quale i fedeli non potranno partecipare di persona alle Sante Messe. Il vescovo ha ben presenti: «il disagio e la perplessità di non pochi
fedeli e sacerdoti, perché la celebrazione eucaristica è un gesto fondamentale
della vita cristiana, nel giorno del Signore e lungo la settimana».
Qualcuno, aggiunge il vescovo Corrado, potrebbe dire: «Proprio in questo tempo di prova, avremmo ancora più bisogno di raccoglierci insieme intorno all’altare, e di nutrirci di Cristo pane vivo disceso dal cielo!».
Qualcuno, aggiunge il vescovo Corrado, potrebbe dire: «Proprio in questo tempo di prova, avremmo ancora più bisogno di raccoglierci insieme intorno all’altare, e di nutrirci di Cristo pane vivo disceso dal cielo!».
Ecco allora che cosa il
popolo di Dio può fare: «In queste ore di così grande preoccupazione
possiamo e dobbiamo elevare una forte e fiduciosa preghiera a Dio, Padre grande
nell’amore, perché arresti il male, sostenga i malati e i loro familiari,
infonda forza negli operatori sanitari, che ci stanno dando un esempio
commovente di dedizione, rischiando la propria incolumità. Possiamo unirci
spiritualmente alle Messe che, senza concorso di popolo, continuano a essere
offerte per i vivi e i defunti, dai nostri sacerdoti, che ringrazio per la loro
fedeltà e per il loro impegno a stare accanto, per quanto consentito, al loro
popolo, possiamo seguire la celebrazione dell’Eucaristia da casa attraverso la
radio, la televisione o altri mezzi di comunicazione: è vero che la Messa è un
avvenimento che accade e che chiede la presenza fisica e personale, ed è gesto
ecclesiale che raduna i credenti, tuttavia attraverso queste vie offerte dalla
tecnica, possiamo partecipare, almeno con il cuore, all’evento della
celebrazione.
Possiamo e dobbiamo pregare nelle case, con il Rosario, con la Via Crucis, con la liturgia delle ore, con la lettura della Parola di Dio: Cristo è pane vivo non solo nell’Eucaristia, ma anche nella Parola. La domenica non manchi un momento di preghiera in famiglia, utilizzando i sussidi messi a disposizione nelle chiese che restano aperte, anche nei giorni feriali, per la preghiera personale. L’essere impediti a partecipare alla celebrazione eucaristica può essere occasione per riscoprire il suo valore, per sentire il desiderio vivo dell’Eucaristia, e per ridare importanza alla preghiera, personale e familiare, e all’ascolto della Parola di Dio, soprattutto del Vangelo».
Possiamo e dobbiamo pregare nelle case, con il Rosario, con la Via Crucis, con la liturgia delle ore, con la lettura della Parola di Dio: Cristo è pane vivo non solo nell’Eucaristia, ma anche nella Parola. La domenica non manchi un momento di preghiera in famiglia, utilizzando i sussidi messi a disposizione nelle chiese che restano aperte, anche nei giorni feriali, per la preghiera personale. L’essere impediti a partecipare alla celebrazione eucaristica può essere occasione per riscoprire il suo valore, per sentire il desiderio vivo dell’Eucaristia, e per ridare importanza alla preghiera, personale e familiare, e all’ascolto della Parola di Dio, soprattutto del Vangelo».
C’è una domanda che molti fedeli si pongono in questi giorni: cosa ha
portato i nostri vescovi a prendere questa decisione? Il vescovo Corrado non
ignora la domanda, e risponde: «Condivido le parole limpide con cui il vescovo
di Reggio Emilia, Mons. Massimo Camisasca, ha espresso la ragione di questa
scelta, che vede unanimi le Conferenze Episcopali della Lombardia, dell’Emilia
Romagna e del Veneto (tre regioni più colpite dall’epidemia in corso): “Perché
nessuno di noi, Pastori del Popolo di Dio, può assumersi la responsabilità di
una possibile diffusione del contagio, pur in presenza di tante precauzioni che
abbiamo raccomandato. Non si tratta soltanto di difendere noi stessi (molti
martiri hanno affrontato anche la morte pur di accedere alla celebrazione
eucaristica e alla Comunione). Dobbiamo assumerci la responsabilità di ridurre
al minimo le occasioni di contagio. Il nostro radunarci potrebbe essere
occasione di contagio, che potrebbe infettare poi anche coloro che non
partecipano alle nostre celebrazioni. Riconoscere questo nostro dovere per il
bene pubblico, non è soltanto obbedienza a una raccomandazione dello Stato, ma
è fondamentalmente un atto di carità verso tutti i nostri fratelli”.
Così canta la Chiesa in un inno quaresimale: “Dal paese d’Egitto ci hai tratti, e cammini con noi nel deserto, per condurci alla santa montagna sulla quale si innalza la Croce”. La Quaresima di quest’anno assomiglia davvero per le nostre comunità a un cammino nel deserto, e può diventare un tempo opportuno per praticare stili di vita più sobri ed essenziali, più attenti al valore delle relazioni, più capaci di vivere momenti di silenzio, di ascolto, di preghiera. Nell’attesa di poter riprendere a celebrare l’Eucaristia con il popolo di Dio, chiediamo che il Signore ci guidi con il suo Spirito di sapienza e la Vergine Maria, discepola fedele, ci faccia salire con lei sulla santa montagna, ai piedi della croce».
Così canta la Chiesa in un inno quaresimale: “Dal paese d’Egitto ci hai tratti, e cammini con noi nel deserto, per condurci alla santa montagna sulla quale si innalza la Croce”. La Quaresima di quest’anno assomiglia davvero per le nostre comunità a un cammino nel deserto, e può diventare un tempo opportuno per praticare stili di vita più sobri ed essenziali, più attenti al valore delle relazioni, più capaci di vivere momenti di silenzio, di ascolto, di preghiera. Nell’attesa di poter riprendere a celebrare l’Eucaristia con il popolo di Dio, chiediamo che il Signore ci guidi con il suo Spirito di sapienza e la Vergine Maria, discepola fedele, ci faccia salire con lei sulla santa montagna, ai piedi della croce».
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