«Sono i pro e i contro di vivere qui». Così spiega un borghigiano
alla giornalista di SkyTg24. L’acqua del Ticino gli supera le caviglie e corre
dentro al cortile della sua casa, ma lui non sembra darci troppo peso.
Intorno
alla troupe l’attività continua frenetica: la barca della polizia locale si
avvicina alla riva, ne scendono il sindaco Fabrizio Fracassi e il comandante
Flaviano Crocco. «Ci sono case sommerse per oltre un metro – racconta il
sindaco –, è difficile fare previsioni su quello che accadrà nelle prossime ore,
molto dipende dall’acqua che arriva dal Piemonte. Stiamo valutando se chiudere
anche il Ponte Coperto al traffico, ma soprattutto siamo qui, a disposizione
dei pavesi».
Via Milazzo è chiusa dalla notte scorsa: alle 23, quando il Ticino ha iniziato a
gonfiarsi fino a esondare, la strada era già stata liberata. Ora l’acqua scorre
lentamente, troppo lentamente: «L’acqua ferma è sempre un brutto segno –
spiega un borghigiano che tiene lo sguardo fisso sul fiume –, se corre veloce
significa che sta scaricando bene. Significa che scenderà. Se resta ferma può
salire ancora».
A pochi centimetri dall’acqua, dove solo la protezione civile e
i giornalisti possono avventurarsi, qualcuno ha posato un sasso. È un modo
rudimentale ma sicuro per capire se l’acqua continua a salire oppure se inizia
a calare.
I borghigiani intanto si aiutano con le barche: qualcuno torna a casa
a recuperare alcuni oggetti, qualcuno invece scende in via Milazzo e, armato di
stivali in gomma, torna verso casa con una borsa piena di frutta fresca.
C’è
una resilienza unica nei borghigiani, una flessibilità nei confronti della
natura che ritrovo ogni volta che scatta l’allarme e con tutti i giornalisti si
corre qui a guardare, fotografare, raccontare. E ogni volta, questa capacità di
adattarsi ai ritmi del fiume mi stupisce.
I contro di vivere in Borgo Basso li
conosciamo, ma quali sono i pro? L’ho chiesto proprio a una borghigiana, al
termine di un’intervista. Lei mi ha preso per un braccio e mi ha girato verso il
Ponte Coperto: il sole faceva risplendere la cupola del duomo nel cielo
azzurro, la luce del Ticino si rifletteva sullo skyline della città. Si
potevano distinguere le torri, le chiese e le case, come direbbe Cesare
Angelini. «La risposta è tutta qui».
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