“Quale amore o compassione si può provare per un pezzo di scacchi sacrificato al gioco?” – con questa battuta, pronunciata da Frisch, uno dei personaggi centrali de La variante di Luneburg, incominciamo ad avvicinarci alla complessità dell’opera di Mauresig, che tesse la trama della storia evocando l’orrore dello sterminio nazista attraverso la metafora del gioco degli scacchi.
Da questo straordinario best-seller nasce l’omonima fabula in musica, portata a teatro da Milva e Walter Mramor, che ha vissuto proprio ieri sera al Piccolo teatro Strehler di Milano l’ultima rappresentazione. Ho avuto la fortuna di assistere al penultimo spettacolo, il 22 marzo 2011.
Lo spettacolo si apre con la voce calda di Walter Mramor (attore che durante la sua grande carriera ha saputo collaborare con artisti quali Ugo Gregoretti, Mario Scaccia, Gianrico Tedeschi, Andrea Giordana, Paolo Stoppa, Federico Fellini, Flavio Bucci, Delia Boccardo, e molti altri) che accompagna lo spettatore per tutta la durata della rappresentazione; una “voce narrante” che supera questa definizione limitante sapendo evocare la storia nel cuore di chi lo ascolta.
Dopo poco, ecco che, lentamente, arriva sul palco lei, la Rossa. Prima ancora che cominci a cantare, Milva riempie il palco con la sua presenza, facendo aumentare i battiti del cuore del pubblico. Poi avvicina il microfono alla bocca e comincia a cantare. E lì si compie il miracolo: lo spettatore è rapito in un’altra dimensione, prigioniero della sua musicalità.
La voce di Milva, non a caso, è celebre per l’incredibile ricchezza di sfumature, è una voce che colpisce al cuore dai bassi intensi ai vibranti vocalizzi delle note alte. Tutto lo spettacolo è un continuo intreccio di parti recitate e canzoni, con protagoniste due voci straordinarie unite a una presenza scenica che solo due artisti di questo livello sanno donare.
La pantera di Goro ha alle spalle una carriera infinita, che resiste anche “ai veli che l’età dispiega sulle corde vocali, sulla memoria e sulla resistenza fisica” (come ha affermato nella commuovente lettera di commiato dalle scene). La Rossa interpreta infatti la canzone leggera e le opere liriche (ha lavorato con Luciano Berio), il teatro leggero (con Gino Bramieri e Davide Riondino) e quello impegnato (famosissime le sue interpretazioni brechtiane che l’hanno resa celebre in Germania) passando per spettacoli televisivi e commedie musicali. Tutta la sua carriera (che l’ha portata in Francia, Germania, Giappone, Spagna, Corea, Grecia e in Sudamerica) è costellata di collaborazioni dal prestigio internazionale, come Ennio Morricone, Francis Lai, Gino Negri, Mikis Theodorakis, Vangelis, Thanos Mikroutsikos, Franco Battiato, Enzo Jannacci, Luciano Berio, Giorgio Strehler (per cui è famosissima come Jenny dei Pirati nell’allestimento dell’Opera da tre soldi del 1973).
Astor Piazzolla la eleggerà come sua interprete favorita, la vorrà accanto nei suoi tour mondiali e le dedicò l’Opera in tango Maria de Buenos Aires. Dotati di un fascino unico sono poi il disco “Milva canta Merini” (nel quale Milva canta alcune poesie della notissima poetessa, musicate da Giovanni Nuti) e “In territorio nemico” (disco firmato dallo scrittore Giorgio Faletti) dal quale è tratta la suggestiva “The show must go on”, brano presentato al Festival di Sanremo del 2007. Moltissime poi le onorificenze ufficiali ricevute dai governi di Francia, Italia e Germania. E tutti questi successi emergono prepotentemente nella recitazione perfetta e sentita della Rossa che, assieme a Mramor, ricorda gli orrori di un nazismo a volte guardato con fredda superficialità.
Milva rappresenta forse l’ultima vera diva italiana, capace di spettacoli indimenticabili, immensa professionalità e straripante talento. Una pantera superba dalla rossa chioma, non per questo priva di una grande sensibilità. E anche un esempio per noi giovani, sballottati in una società dove la parola “meritocrazia” subisce continui abusi e dove gli “esempi” delle persone di successo sono profondamente vuoti.
Milva, mi auguro che lei non smetta di regalarci dischi. GRAZIE!
P.S. Dopo lo spettacolo ho avuto l'onore di incontrare Milva e di lasciarle una copia di Toppy e un piccolo pensiero di Pavia. Per questa bellissima possibilità devo ringraziare Edith, assistente gentilissima e attenta. E per la serata straordinaria che ho potuto trascorrere devo ringraziare Cristina, la compagna d'avventura più speciale che si possa desiderare. Grazie!
P.S. Dopo lo spettacolo ho avuto l'onore di incontrare Milva e di lasciarle una copia di Toppy e un piccolo pensiero di Pavia. Per questa bellissima possibilità devo ringraziare Edith, assistente gentilissima e attenta. E per la serata straordinaria che ho potuto trascorrere devo ringraziare Cristina, la compagna d'avventura più speciale che si possa desiderare. Grazie!
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