martedì 16 marzo 2021

Chiesa e Johnson & Johnson, un silenzio fragile

In arrivo un nuovo pronunciamento della Congregazione per la dottrina della fede sui vaccini anti covid-19? L’ipotesi non è delle più fantasiose. La recente presa di posizione dell’arcidiocesi di New Orleans, che ha definito il vaccino Johnson & Johnson «moralmente compromesso», potrebbe infatti spingere la Congregazione a un nuovo intervento. 

Roma San Pietro

Un passo indietro: il 21 dicembre 2020, di fronte al crescente dibattito sulla liceità di somministrare vaccini testati su linee cellulari ottenute da feti abortiti, la Congregazione per la dottrina della fede pubblicava la “Nota sulla moralità dell’uso di alcuni vaccini anti-Covid-19”. 

Il documento, generando non poca sorpresa, dichiarava tra le altre cose che: «è moralmente accettabile utilizzare i vaccini anti-Covid-19 che hanno usato linee cellulari provenienti da feti abortiti nel loro processo di ricerca e produzione». Il dibattito nell’opinione pubblica si spegneva così, con il popolo cattolico rassicurato. O silenziato, ma non è questo il punto. 

Il Charlotte Lozier Institute e l’Istituto Europeo di Bioetica (IEB) hanno confermato che i vaccini Pfizer e Moderna sono stati testati su linee cellulari HEK293, ricavate dai reni di una bambina sana abortita in Olanda nel 1973 (da leggere l’inchiesta della collega Francesca Romana Poleggi, pubblicata su Panorama il 2 dicembre 2020). 

Qui si lega il punto 3 della Nota della Congregazione per la dottrina della fede, punto al quale si legge: «La ragione fondamentale per considerare moralmente lecito l'uso di questi vaccini è che il tipo di cooperazione al male (cooperazione materiale passiva) dell’aborto procurato da cui provengono le medesime linee cellulari, da parte di chi utilizza i vaccini che ne derivano, è remota». 

La distanza spazio-temporale con l’aborto della bambina olandese non giustifica l’atto, gravissimo secondo il Catechismo della Chiesa cattolica, ma ne limita la compromissione del paziente che nel 2021 riceve il vaccino. 

L’arcidiocesi di New Orleans riconosce e riprende questa posizione della Congregazione, infatti ribadisce: «I due vaccini attualmente disponibili di Pfizer e Moderna non si affidano alle linee cellulari degli aborti nel processo di produzione e quindi possono essere moralmente accettabili per i cattolici poiché il collegamento con l'aborto è estremamente remoto». 

Ma poche righe sotto fa un passo in più, affermando: «L'ultimo vaccino di Janssen / Johnson & Johnson è moralmente compromesso poiché utilizza la linea cellulare derivata dall'aborto nello sviluppo e nella produzione del vaccino, nonché nei test». 

Il paziente che nel 2021 riceve questo vaccino dunque non sta “solo”, consapevolmente, ricevendo un vaccino testato su linee cellulari provenienti da aborto, ma sta dando il proprio consenso a un metodo produttivo che vede l’aborto come assodata routine. Il legame con l’aborto non è più remoto, non è più lontano, né spazialmente né temporalmente. 

Il dibattito in questi mesi, nonostante la Nota, è sempre continuato, e non solo nel mondo cattolico. Diventa sempre più difficile, infatti, immaginare che le parrocchie mettano a disposizione i loro spazi per le vaccinazioni Johnson & Johnson, magari gli stessi spazi offerti ai Centri di Aiuto alla Vita. Diventa sempre più difficile immaginare il silenzio di Roma dopo il grido di New Orleans. 

Leggi anche https://parcodigiacomo.blogspot.com/2021/03/vaccino-anti-covid-19-e-aborto-problema.html 

(Image by Fabio Fistarol from Unsplash)

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