Quante luci di Natale ci sono per le strade? È uno degli ultimi giri prima delle nuove restrizioni, e la città sorprende. Anzi, sorprendono i pavesi, che quest’anno non hanno badato a spese per rendere manifesta la gioia del Natale. Dai balconi più nascosti a quelli che si affacciano sulle vie più trafficate, dagli appartamentini alle ville, dalle ringhiere più corte agli alberi alti fino ai tetti, è tutta una gara a chi splende di più.
Una reazione a questo 2020 inedito e sofferto? La semplice conseguenza del maggiore tempo trascorso in casa? La risposta è sì a entrambe. Certo, tra lockdown e smart working c’è stata la possibilità di addobbare con una cura particolare case e giardini. Ma sarebbe ingiusto fermare qui l’analisi.
Un Natale che si preannuncia diverso, solitario, forse spartano. Sarà un po’ come tornare a quella piccola e buia grotta di Betlemme, solo che non ci saranno pastori né Re Magi. Il tavolo della festa sarà più vuoto del solito, e certe assenze peseranno come macigni, ma è allora che lo sguardo si può rivolgere al presepe, al simbolo dolce e tenero di un Mistero che si rinnova da 2000 anni.
Chi non ha un presepe nella propria casa faccia un salto in una delle belle chiese di Pavia, dove i presepi sono antichi e pieni di storia nella Storia. Ora le luci sul Ponte Coperto si perdono nel cielo, un po’ come le torri, un po’ come la cupola del duomo. L’invito è chiaro: duc in altum.
Leggi anche https://parcodigiacomo.blogspot.com/2020/12/novena-di-un-natale-scomodo.html
Nessun commento:
Posta un commento
E tu, cosa ne pensi?