sabato 12 dicembre 2020

Anastacia e la voce che cambia

«It sounds like you are straining». Commenta così un utente su YouTube “Stronger (What Doesn't Kill You)”, l’ultima incisione di Anastacia, pubblicata il 27 novembre scorso. Scorrendo i commenti si scopre che la sensazione dello sforzo, della fatica nel canto, è comune: «Something is wrong», aggiunge un altro utente. 

Si torna così alla domanda ricorrente negli ultimi anni: la “cantante bianca con la voce nera” ha perso la voce? Con “Stronger” è finalmente possibile rispondere. Ma la risposta non è per niente semplice. 

Anastacia live

Un passo indietro. Come spiega il sito “Sprock Anastacia”, il singolo: «È parte della speciale compilation "Good Night Songs for Rebel Girls", che ha unito grandi cantanti di carattere per delle speciali reinterpretazioni». Il brano arriva dopo mesi di inattività, almeno concertistica, a causa delle restrizioni per contenere la pandemia da Covid-19. Nessun tour massacrante, nessun concerto, nessuna lunga serie di ospitate con live incorporato. Avvertire la fatica di un cantante, l’affanno nell’arrivare alle note più alte, la precarietà del controllo nelle note più basse, è un’esperienza che può capitare nei concerti. Ma non in sala d’incisione. 

Lì, infatti, vengono ricreate le condizioni ideali per il canto, dalla posizione al livello dell’umidità, dalla concentrazione alla possibilità di provare più e più volte il brano o le sue parti più ostiche. Se, nonostante tutto questo, traspare lo sforzo, allora qualcosa non va. E anche i fan più fan devono trovare il coraggio di ammetterlo. 

Questa fatica non compare certo oggi per la prima volta: è dall’album “Resurrection” (2014) che la voce di Anastacia appare diversa. Più sottile, meno estesa, più fragile. Dunque, Anastacia ha perso la voce? No. Anastacia è cambiata. In questi anni ha dovuto combattere contro un tumore, che si è presentato ben due volte, e contro altri (seri) problemi di salute. Come potrebbe la voce, che viene influenzata da ciò che si è mangiato due ore prima del concerto, dal clima e dall'umore, non essere coinvolta dal doloroso cambiamento, anche fisico, avvenuto in Anastacia? 

A ciò va aggiunto il passare del tempo, che non fa differenze fra vip e non vip, e una leggera antipatia di Anastacia per la tecnica. Più volte, osservando i suoi live, si ha la sensazione che si presenti sul palco a voce fredda, senza aver effettuato tutti quegli esercizi di respirazione e riscaldamento vocale che non solo potenziano il controllo della voce, ma preservano le corde vocali da sforzi eccessivi. 

Stronger (What Doesn't Kill You)” ha un grande pregio: spezza il mito del tempo che si ferma di fronte alle stelle. Anche le più grandi star invecchiano, cambiano, devono fare i conti con limiti nuovi. E non esistono eccezioni, anche se la moda del trucco sembra prevalere. Molti utenti scrivono che già negli ultimi tour Anastacia non faceva più gli acuti di un tempo, ed è vero, il 27 ottobre 2014 e il 15 gennaio 2015 al Fabrique di Milano era apparso evidente, per non parlare del difficile concerto del 2016 al Gran Teatro Geox di Padova. Ma Anastacia ha sempre cantato dal vivo nei tour. Anastacia ha sempre scelto di presentarsi con sincerità al proprio pubblico, regalando musica e non pre-rec. 

Oggi Anastacia non domina più l’acuto di “Left outside alone”? Vero, ma forse Celine Dion raggiunge ancora le vette di “It's all coming back to me now” dal vivo? Madonna canta ancora ballando su complicate coreografie dal vivo? Laura Pausini, famosa e amata per lo stile energico e quasi gridato nel canto, raggiunge ancora per tutto il tour tutti gli acuti di un tempo dal vivo (il finale di "Se non te" ad esempio)? E la lista potrebbe continuare a lungo. Cosa accade a molte sue colleghe se si preme "stop" sull'ormai onnipresente pre-rec?

Anastacia è cambiata. Forse più di altre cantanti, perché ha dovuto affrontare scogli ben più scivolosi. Ma ha sempre scelto la sincerità sul palco. L’augurio è che possa trovare un nuovo equilibrio vocale, perché la fatica in sala d’incisione certifica problemi ancora irrisolti. Ci sono nuovi spazi musicali da percorrere, nuove sfumature da scoprire, nuove canzoni da interpretare. 

Ricordo la tappa pavese (era il 2014) dello spettacolo di Ornella Vanoni, “Un filo di trucco un filo di tacco… L’ultimo tour”, la notte di Capodanno al teatro Fraschini: oltre tre ore di canzoni dal vivo. Dunque, tutto (o quasi) è possibile, a patto di riscoprirsi umani. 

Leggi anche https://parcodigiacomo.blogspot.com/2020/11/giuni-russo-e-milva-il-duetto.html 

(Image from Anastacia’s official Facebook page)

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