«Mi sembra un segno bello di speranza che le porte siano aperte e
che chi vuole sostare un momento in preghiera, lo possa fare». Annuncia così,
il vescovo di Pavia Corrado Sanguineti, la decisione di tenere aperte le chiese,
nonostante l’emergenza coronavirus avesse fatto ventilare l’ipotesi chiusura,
chiusura adottata poi per alcune basiliche della diocesi di Roma.
«Ci siamo
sentiti come vescovi lombardi e abbiamo convenuto di lasciare le chiese aperte,
come segno per la gente – spiega il vescovo, che interviene anche sulle
iniziative che stavano fiorendo nelle parrocchie a sostegno della preghiera
personale –. Ritengo più opportuno non esporre in questi giorni il Santissimo
Sacramento nelle chiese. Vi propongo e suggerisco, infine, un gesto semplice
che potrebbe essere fatto domenica prossima, a mezzogiorno, e anche
quotidianamente, come sta avvenendo in varie parrocchie italiane: ciascun
parroco o rettore di chiesa esca sul sagrato della chiesa per impartire la
benedizione con il Santissimo Sacramento a tutta la sua parrocchia, mentre
suonano le campane dell’Angelus di mezzogiorno».
Questo, per evitare assembramenti all’interno della chiesa, che sarebbero in violazione del decreto emanato dal presidente del Consiglio dei ministri, e che esporrebbero i fedeli e i sacerdoti alla possibilità di contagiarsi.
Questo, per evitare assembramenti all’interno della chiesa, che sarebbero in violazione del decreto emanato dal presidente del Consiglio dei ministri, e che esporrebbero i fedeli e i sacerdoti alla possibilità di contagiarsi.
Anche all’esterno però, è
importante ricordarlo, gli assembramenti sono vietati: «Si faccia sapere ai
fedeli, attraverso i social della parrocchia o qualche avviso affisso nei pochi
negozi alimentari aperti e nelle farmacie, di questo gesto, e s’invitino a
unirsi spiritualmente con il segno della croce, là dove sono, per ricevere la
benedizione – aggiunge infatti il vescovo –. È un gesto che desidera mettere
sotto la protezione del Signore, vivo e realmente presente nel sacramento
dell’Eucaristia, le comunità e le famiglie».
Non serve insomma accaparrarsi il posto in prima fila sul sagrato. I sacerdoti, dietro ai portoni chiusi, celebrano per noi, per tutti noi. E sul sagrato benediranno la parrocchia e il quartiere per noi, per tutti noi. Ora è il momento del rispetto, ora è il momento di fare un passo indietro, se necessario. Un passo indietro, un sorriso con gli occhi, una parola gentile. Oggi salviamo il mondo anche così.
Non serve insomma accaparrarsi il posto in prima fila sul sagrato. I sacerdoti, dietro ai portoni chiusi, celebrano per noi, per tutti noi. E sul sagrato benediranno la parrocchia e il quartiere per noi, per tutti noi. Ora è il momento del rispetto, ora è il momento di fare un passo indietro, se necessario. Un passo indietro, un sorriso con gli occhi, una parola gentile. Oggi salviamo il mondo anche così.
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