«Solo Dio dà il vero senso al vivere dell'uomo, è Dio che
rende possibile una vita più vera, più giusta». Lo ha ripetuto più volte il
cardinal Robert Sarah nella sua omelia per la solennità di Sant’Agostino, in
una basilica di San Pietro in Ciel d’Oro gremita di fedeli. Il cardinal Sarah è
stato accolto dal vescovo di Pavia, monsignor Corrado Sanguineti, e dal priore
della comunità agostiniana, padre Antonio Baldoni.
«Ho il cuore ricolmo di gioia per essere qui questa sera, in mezzo a voi, a presiedere questa solenne celebrazione Eucaristica nel giorno della festa di Sant'Agostino – ha detto, abbracciando con lo sguardo i presenti –. Sono molto legato alla figura del santo vescovo Agostino, un illustre Padre della Chiesa, africano come me». Ed è stato proprio il pensiero di Agostino il filo rosso lungo il quale si è snodata l’omelia del cardinal Sarah, un’omelia accolta da un silenzio profondo.
«Ho il cuore ricolmo di gioia per essere qui questa sera, in mezzo a voi, a presiedere questa solenne celebrazione Eucaristica nel giorno della festa di Sant'Agostino – ha detto, abbracciando con lo sguardo i presenti –. Sono molto legato alla figura del santo vescovo Agostino, un illustre Padre della Chiesa, africano come me». Ed è stato proprio il pensiero di Agostino il filo rosso lungo il quale si è snodata l’omelia del cardinal Sarah, un’omelia accolta da un silenzio profondo.
«Solo Cristo è il
modello e la strada che ci conduce verso la perfezione e la santità. Solo
Cristo, mite ed umile di cuore, può insegnarci l'umiltà, e suscitare in noi e
condurci verso la nostra radicale conversione – ha spiegato il cardinale –. Quanto
abbiamo bisogno oggi di ricercare veramente Dio! Dio non conta più nella nostra
società, Dio non esiste più, non abbiamo più bisogno di Lui! E Agostino oggi ci
insegna a cercare Dio umilmente. Infatti, dai suoi numerosi scritti emerge il
profondo rapporto d'amicizia di Agostino con Dio: in tutta la sua vita si è
prodigato a conoscere e a far conoscere il Signore in quanto “non si può amare
molto chi si conosce poco”. Ha amato e fatto amare Dio, innanzitutto
conoscendolo personalmente mediante un'intensa vita ascetica, fatta di
preghiera, di silenzio e di studio».
Eppure oggi non c’è più spazio per Dio nel quotidiano: «Questa nostra società, come ci hanno ricordato gli ultimi pontefici - in particolar modo san Giovanni Paolo II e papa Benedetto XVI -, imposta il proprio vivere come se Dio non esistesse, in una sorta di apostasia silenziosa e di relativismo. Il pensare di bastare a se stessi ci porta ad escludere Dio dalla nostra vita, e senza Dio l'uomo è davvero misero e povero. Il vero povero non è chi manca di beni materiali, di cibo, di vestiti, ma chi manca di Dio; senza Dio l'uomo ricade in una miseria così grande tanto da dirigere la propria vita verso il baratro della disperazione».