Siamo dei disadattati segnati da una insoddisfazione
congenita. Possiamo negarlo tutte le volte che vogliamo, ma la nostra
insoddisfazione è così grande che “meno dell’infinito tutto ci annoia”. La
cultura contemporanea, profondamente intrisa di ateismo materialista, ci
racconta che ogni sforzo di bene è inutile, che siamo tutti numeri in un
interminabile processo produttivo, che dopo la vita è finito tutto, stop, zero.
La fatica del reale è troppa, la vita a volte è troppo pesante, difficile,
ingiusta. Infinitamente triste. Ma noi siamo dei disadattati. Padre Maurizio
Botta ha scosso i giovani presenti ieri in Santa Maria del Carmine per gli
esercizi spirituali in preparazione all’Avvento, voluti dal vescovo Corrado
Sanguineti. Una scossa inedita, libera da facili etichette.
«C’è
una parola che va tanto di moda e che io non sopporto più – ha spiegato
padre Maurizio – è “Vangelo”. Vangelo significa “buona notizia”, ma non ha
senso continuare a ripetere “ho una bella notizia” se non dici quale sia questa
bella notizia. E di notizia veramente bella ce n’è una sola: Gesù Cristo, vero
Dio e vero uomo, vive e regna». Oggi è facile dormire sonni
tranquilli. Noi non stiamo attraversando il fascismo, il nazismo o una
dittatura comunista: «Ma il potere, anche se cambia faccia, continua a
schiacciare i più deboli. E oggi il potere non si presenta come un dittatore
con il suo esercito, ma come un pensiero dominante. Un pensiero che occupa i
mass media, la scuola, la politica. Un pensiero che dice attenzione, c’è un modo
giusto e un modo non giusto di pensare. Se non la pensi come me, se vai contro
il politicamente corretto, non sei credibile, non sei veritiero, sei un buffone».