«Aiutateci ad aiutare». Quante volte Cino
Tortorella, l’indimenticabile mago Zurlì, ha ripetuto questa frase durante la
conduzione dello Zecchino d’Oro. Era il motto del “Fiore della solidarietà”,
l’iniziativa benefica che correva parallela a ogni edizione del “Festival
internazionale della Canzone del Bambino”.
Il festival, andato in onda per la
prima volta nel 1959, si è poi legato ai frati minori dell’Antoniano di
Bologna, che tuttora lo organizzano e producono in collaborazione con Rai 1, e
che affidarono la direzione del coro a Mariele Ventre (fu proprio Mariele a
fondare il Piccolo Coro dell’Antoniano e a dirigerlo per 30 anni). Una vera
istituzione nell’istituzione, il suo sorriso mi è rimasto disegnato sul cuore. Prematuramente
scomparsa nel 1995, Mariele ha lasciato un’impronta indelebile fatta di emozioni antiche. Uniche.
Ma torniamo
alla gara di canzoni dello Zecchino d‘Oro: Festival di Sanremo dei piccoli?
Forse qualcosa di più, visto che nel 2008 lo Zecchino d’Oro è stato annoverato fra
i “Patrimoni per una cultura di pace” dall’Unesco. Dal 2012 “Il fiore della
solidarietà” si è trasformato nel “Cuore dello Zecchino d’Oro”, e dal 2014 ha
destinato i fondi raccolti ad alcune mense del mondo francescano. Quest’anno,
in occasione dei 60 anni dello Zecchino d’Oro, l’Antoniano ha deciso di
devolvere i soldi raccolti con gli sms solidali a 15 mense francescane sparse
sul territorio italiano. E fra le 15 c’è anche la mensa del povero dei frati di
Canepanova, a Pavia.
Vi raccontiamo tutto domani, in edicola, sulle pagine de “la
Provincia Pavese”. Buona lettura!
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