"Quanto più una società si allontana dalla verità,
tanto più odierà quelli che la dicono." (George Orwell)
Orwell ha fotografato un pericolo tanto chiaro quanto
subdolo: il pensiero unico. L’immagine che lo scrittore ci regala in “1984” non
è poi così lontana dalla realtà odierna. Il pensiero unico è la lenta
livellazione delle differenze, delle tante sfaccettature che compongono la
realtà. E’ l’espressione pratica del desiderio di rendere tutti gli individui
staccati fra loro, negare le relazioni vere, cancellare la solidarietà,
trasformare i popoli in tante piccole pedine singole, che lottano fra di loro
grazie a miseri specchietti per le allodole senza accorgersi che le decisioni
più importanti per le loro vite vengono prese dall’alto.
Il pensiero unico trova forza nella solitudine dell’uomo contemporaneo: i nostri ritmi di vita oggi rendono più semplice stare in mezzo a molte persone, anche diverse ogni giorno, ma allontanano la possibilità di instaurare relazioni vere. Lo ha detto anche Papa Francesco pochi giorni fa: più l’individuo è isolato, più è manipolabile. E se è sciocco lasciarsi travolgere da manie di complottismo, è altrettanto colpevole fingere di non vedere le pressioni e le trame nascoste (ma non troppo) di lobby e multinazionali.
Il pensiero unico trova forza nella solitudine dell’uomo contemporaneo: i nostri ritmi di vita oggi rendono più semplice stare in mezzo a molte persone, anche diverse ogni giorno, ma allontanano la possibilità di instaurare relazioni vere. Lo ha detto anche Papa Francesco pochi giorni fa: più l’individuo è isolato, più è manipolabile. E se è sciocco lasciarsi travolgere da manie di complottismo, è altrettanto colpevole fingere di non vedere le pressioni e le trame nascoste (ma non troppo) di lobby e multinazionali.
“Nel tempo del conformismo
planetario, essere inattuali e fuori moda è un valore.” (Diego Fusaro)
E’ facile cadere nella trappola tesa anche dai mass
media, che propongono ogni giorno un argomento “caldo”, un tema sensibile che
distrae, e mentre litighiamo per cambiare il nome ad una tassa non vediamo ciò
che viene deciso per il nostro futuro. “E’ importante parlare di economia oggi
per sapere come va il mondo”. Ma alla base di tutto c’è ancora una volta la
morale. La morale di chi decide le sorti dei popoli lasciandosi influenzare da
lobby e convenienze, la morale di chi sa e tace, di chi finge di non capire, di
chi non si interessa. Siamo anche noi responsabili, ciascuno nel proprio
piccolo, di ciò che avviene nel mondo. Sembra che stiamo perdendo tutto ciò che
ci rende diversi, e per questo simili. E ciò avviene a livello culturale, ma
anche con scelte economiche. Pensiamo alla morte silenziosa di librerie
indipendenti, di editori indipendenti, alla centralizzazione del mondo della
rete in mano a pochissimi, potentissimi uomini. Vengono veicolate le
informazioni, create le notizie, e non c’è posto per chi non è d’accordo.
Non c’è soluzione? No, non è vero. C’è la consapevolezza, che può guidare le nostre scelte in una ricerca continua della verità. Difficile, scomoda, ma vera.
Non c’è soluzione? No, non è vero. C’è la consapevolezza, che può guidare le nostre scelte in una ricerca continua della verità. Difficile, scomoda, ma vera.
“Momenti
bui e difficili ci attendono. Presto dovremo affrontare la scelta fra ciò che è
giusto e ciò che è facile.” (J.K. Rowling)
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