Qualunque stato che condivida una ricorrenza così grande si preparerebbe a celebrarla con una grande festa nazionale... Ma l’Italia no. Assisto piuttosto sconcertato ad un’infinita bagarre tra ministri ed imprenditori, persi in astratte discussioni attorno alla decisione di chiudere scuole ed uffici. Una delle voci più autorevoli che si è levata con forza contro l’idea di fermare la produzione delle industrie per il 17 marzo è quella di Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria. Al suo pensiero hanno fatto eco le dichiarazioni del ministro Calderoli e della ministra Gelmini, entrambi fermamente convinti che sia meglio accorpare questa ricorrenza con il 2 giugno, evitando così la chiusura di scuole ed uffici.
Pur essendo purtroppo consapevole della gravità della crisi economica, credo che un piccolo stop di 24 ore dedicato a questa ricorrenza non sia solo importante, bensì fondamentale. E non solo perché stiamo parlando di una festa che ricorre ogni 50 anni, e che cade proprio quest’anno, quando la quasi totalità delle feste “laiche” è coperta dai fine settimana. Per superare la crisi (pensiero di un giovane totalmente estraneo all’economia ma lo stesso alla ricerca di un futuro migliore) è necessario un sogno. Sì, in un momento storico così “di stallo” occorre un obbiettivo, occorre una meta che possa dare coraggio di fronte ad una situazione spesso scoraggiante.
Ebbene, io non conosco la soluzione: non so in quale campo e attraverso quale via sia immediata e certa la scoperta di una meta. Però ho un suggerimento: il 17 marzo prendiamoci un giorno per riflettere. Concediamoci un piccolo giro nel nostro Bel Paese, riscopriamo i luoghi e i monumenti che hanno segnato la storia di uno stato piccolino come l’Italia, ma così ricco di arte, cultura e tradizioni da far invidia a molte superpotenze.
Non so se un giro in un borgo caratteristico, in mezzo alle nostre colline oppure in una delle tante città di mare potrà portare un po’ di energie nuove. Ma credo che valga la pena provare.
Un giorno così può portare incontri, scoperte, ma soprattutto può lasciare un bel ricordo da conservare per i giorni che verranno; un piccolo promemoria di ossigeno per quando saremo di nuovo tutti dietro ad un banco oppure ad una scrivania, davanti ad una casa da costruire o ad un paziente da visitare, sicuri che riscoprendo il nostro passato potremo costruire l’Italia del futuro.
E poi scusatemi, ma 150 anni non si compiono mica tutti i giorni!
Sono riusciti a rovinare anche questa ricorrenza speciale con inutili litigi. Se un paese non è capace di fermarsi per un giorno, un giorno solo, per festeggiare la propria festa... Siamo davvero alla frutta...
RispondiEliminasentire la gelmini che proponeva di tenere aperte le scuole e calderoli che vorrebbe gli uffici aperti per tutta la giornata del 17 marzo è veramente disgustoso. il 150esimo anniversario dell'unità italiana va festeggiato. punto.
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