«(…) Che impressione quando si legge la testimonianza di
cristiani che hanno conosciuto la prigionia nei lager, nei gulag o in altri
luoghi di orrore e di violenza sotto i regimi totalitari del Novecento, e non
dimentichiamo che anche oggi ci sono fratelli nella fede privati della libertà
solo perché cristiani! Credenti che hanno celebrato di nascosto l’Eucaristia,
quando hanno trovato tra loro un sacerdote o un vescovo, preti che, per non far
mancare a se stessi e ai fedeli detenuti con loro questo pane di vita, hanno
celebrato tenendo nella palma della mano un po’ di pane, magari sottratto alla
loro fame, e un po’ di vino, e l’hanno donato con gioia ai compagni nel buio di
una cella.
Penso alla testimonianza commovente del cardinale vietnamita Van Thuan, di cui è in corso la causa di beatificazione, o del cardinale albanese Ernest Simoni, solo per indicare qualche nome di questi testimoni che stanno davanti ai nostri occhi, se vogliamo guardare. Penso a comunità che, prive per decenni di un sacerdote, hanno continuato a ritrovarsi ogni domenica per ascoltare la Parola di Dio, per pregare, ponendo al centro il segno del pane e del vino, come richiamo dell’Eucaristia attesa e desiderata!
Pensiamo anche a comunità che oggi partecipano alla messa ogni domenica, sapendo che possono rischiare la vita, per attentati folli da parte di gruppi fondamentalisti islamici: ricordiamo che cosa è successo a Pasqua nello Sri Lanka.
Penso alla testimonianza commovente del cardinale vietnamita Van Thuan, di cui è in corso la causa di beatificazione, o del cardinale albanese Ernest Simoni, solo per indicare qualche nome di questi testimoni che stanno davanti ai nostri occhi, se vogliamo guardare. Penso a comunità che, prive per decenni di un sacerdote, hanno continuato a ritrovarsi ogni domenica per ascoltare la Parola di Dio, per pregare, ponendo al centro il segno del pane e del vino, come richiamo dell’Eucaristia attesa e desiderata!
Pensiamo anche a comunità che oggi partecipano alla messa ogni domenica, sapendo che possono rischiare la vita, per attentati folli da parte di gruppi fondamentalisti islamici: ricordiamo che cosa è successo a Pasqua nello Sri Lanka.
Carissimi
fratelli e sorelle, richiamo a me a voi queste testimonianze di un recente
passato o drammaticamente attuali per lasciarci provocare nella nostra fede che
rischia di non percepire più la bellezza di poter celebrare ogni domenica
l’Eucaristia, la grazia di poter nutrirci di questo pane che è Cristo vivo tra
noi, la gioia di poter adorare nel silenzio delle nostre chiese il Signore
nascosto e presente nel Santissimo Sacramento dell’altare.
Anche i santi della nostra terra c’indicano che non accade il miracolo della santità, lo spettacolo di un’umanità trasfigurata nel bene e nella verità da Gesù, senza una profonda esperienza eucaristica: stiamo vivendo, come Diocesi, l’anno giubilare in onore di San Riccardi Pampuri, e poche settimane fa è stato riconosciuto venerabile il nostro Don Enzo Boschetti, che proprio qui, a San Mauro, iniziò la sua opera per i giovani e con i giovani.
Ebbene, nella vita di questi due uomini, così diversi per il contesto sociale in cui sono vissuti e per il percorso della loro esistenza, ritroviamo la centralità dell’Eucaristia, insieme al desiderio e al coraggio di far scoprire ad altri questo dono di cui vivere.
Anche i santi della nostra terra c’indicano che non accade il miracolo della santità, lo spettacolo di un’umanità trasfigurata nel bene e nella verità da Gesù, senza una profonda esperienza eucaristica: stiamo vivendo, come Diocesi, l’anno giubilare in onore di San Riccardi Pampuri, e poche settimane fa è stato riconosciuto venerabile il nostro Don Enzo Boschetti, che proprio qui, a San Mauro, iniziò la sua opera per i giovani e con i giovani.
Ebbene, nella vita di questi due uomini, così diversi per il contesto sociale in cui sono vissuti e per il percorso della loro esistenza, ritroviamo la centralità dell’Eucaristia, insieme al desiderio e al coraggio di far scoprire ad altri questo dono di cui vivere.
Riccardo, quando era ancora il
fedele laico Erminio Pampuri, fin da giovane, cercava di partecipare ogni
giorno alla Santa Messa e di ricevere la comunione, e amava sostare in
adorazione silenziosa davanti al Santissimo Sacramento, nelle chiese della
nostra campagna, magari tra una visita e l’altra, come medico condotto.
Invitava i suoi malati a ricevere i sacramenti, e proponeva ai giovani della
sua parrocchia, e poi di Morimondo, d’accostarsi al pane eucaristico, di andare
a visitare e ad adorare Gesù amico e maestro che ci attende nel tabernacolo. Don
Enzo, che ha sempre mantenuto un’anima contemplativa, celebrava con intensità e
amore la Messa, e anche lui amava pregare in silenzio davanti all’Eucaristia,
talvolta anche nelle ore notturne.
Con pazienza e con passione, ha saputo aiutare tanti giovani e adulti a scoprire il Vangelo vivo di Cristo, nel servizio, nell’ascolto della Parola, nel segno del Pane spezzato: quante vocazioni al sacerdozio ha accompagnato e generato con la sua paternità e la sua testimonianza! (…)
Con pazienza e con passione, ha saputo aiutare tanti giovani e adulti a scoprire il Vangelo vivo di Cristo, nel servizio, nell’ascolto della Parola, nel segno del Pane spezzato: quante vocazioni al sacerdozio ha accompagnato e generato con la sua paternità e la sua testimonianza! (…)
Soprattutto San Riccardo e il venerabile Don Enzo ci chiedono
di non avere paura di proporre ai bambini, ai nostri ragazzi, ai giovani che
avviciniamo e con i quali condividiamo un cammino di fede, o dei rapporti
d’amicizia, di vivere l’Eucaristia, di entrare in una familiarità con questo
mistero e con questa presenza umile e vicina: non accontentiamoci solo di
proporre attività e gesti di servizio, aiutiamoli a scoprire il cuore della
vita cristiana, come vita d’amicizia con Cristo, che cresce proprio attraverso
l’Eucaristia celebrata, adorata, vissuta! (…)». (Vescovo Corrado Sanguineti,
processione del Corpus Domini, Santissimo Salvatore, Pavia, domenica 23 giugno
2019)
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