"Che nelle scuole si insegni il rispetto di genere
fin dai primi anni, perché anche questo fa la differenza." (Laura Boldrini,
30/05/2016)
Mi inquieta l’idea che sta dietro a questa frase, l’idea
di un rispetto categorizzato, gerarchizzato oserei dire. C’è il rispetto di
genere, il rispetto sul lavoro, il rispetto a scuola, il rispetto per i
genitori, il rispetto per i fratelli, il rispetto per gli immigrati, etc etc… Ma il rispetto per l'uomo?
Il 22 maggio 2009 è arrivato nelle
librerie “Toppy, un moscerino dal cuore grande”, il mio primo libro. E’ stato
più volte recensito come libro “contro i pregiudizi”, “per il rispetto”, “la
solidarietà”, e sono osservazioni vere, aderenti alla favola. Però l’avventura
vissuta da Toppy e Zippy non è solo questo: la scena di bullismo alla quale
assistono mette profondamente in crisi l’idea di un rispetto gerarchizzato.
Vittima di due bulli, infatti, è un personaggio forte, che a sua volta è stato
prepotente con i nostri piccoli moscerini.
Toppy vuole raccontare che il nostro
cuore impazzisce di fronte all’ingiustizia, alla violenza. Non importa se essa
sia perpetrata contro un uomo, una donna, un italiano, un inglese, una
canadese, un trentenne, una cinquantenne, una sportiva, un signore in
sovrappeso, e potremmo continuare all’infinito.
Certo, di fronte alla violenza
contro i più deboli il nostro cuore non solo impazzirà, ci farà diventare anche
rabbiosi, forse vendicativi. Ma quando qualcuno osa violare la dignità di un
essere umano, il nostro cuore non calcola la forza di chi subisce violenza, la
possibilità di reazione o la provenienza o l’età. Il cuore prima di tutto vede
la violenza, la aborre e ci spinge a porvi rimedio. I calcoli li fa il cervello
(e non è sbagliato farli), ma il primo a scattare è il cuore.
Mi preoccupa l’idea di rispetto “di genere”, perché anche il maschilismo nasce dalla stessa prospettiva. Qualsiasi forma di violenza, ingiustizia e discriminazione verso l’uomo ha per radici la negazione della dignità intrinseca di ogni essere umano e la sua categorizzazione come diverso, inferiore, debole, inutile (e vittima di questa "etichettatura" può diventare chiunque). Rispondere a questa perversa categorizzazione con una gerarchizzazione del rispetto non fa che accentuare l’idea che non siamo tutti “degni” allo stesso modo. O, meglio, "siamo tutti uguali ma alcuni sono più uguali degli altri".
Mi preoccupa l’idea di rispetto “di genere”, perché anche il maschilismo nasce dalla stessa prospettiva. Qualsiasi forma di violenza, ingiustizia e discriminazione verso l’uomo ha per radici la negazione della dignità intrinseca di ogni essere umano e la sua categorizzazione come diverso, inferiore, debole, inutile (e vittima di questa "etichettatura" può diventare chiunque). Rispondere a questa perversa categorizzazione con una gerarchizzazione del rispetto non fa che accentuare l’idea che non siamo tutti “degni” allo stesso modo. O, meglio, "siamo tutti uguali ma alcuni sono più uguali degli altri".
Durante i miei laboratori di
lettura su “Toppy, un moscerino dal cuore grande”, ho scoperto che i bambini
tendono naturalmente ad agire come Toppy. Perché il loro cuore è libero da malizia e ideologie, ed è pronto
ad indignarsi di fronte all’ingiustizia.
Vogliamo girare le scuole per raccontare il rispetto? Ottimo. Ma che sia il rispetto vero, che riconosce ad ogni uomo la sua dignità di essere umano. Il resto è solo ideologia.
Vogliamo girare le scuole per raccontare il rispetto? Ottimo. Ma che sia il rispetto vero, che riconosce ad ogni uomo la sua dignità di essere umano. Il resto è solo ideologia.
“6. All'origine di non poche tensioni che minacciano la
pace sono sicuramente le tante ingiuste disuguaglianze ancora tragicamente
presenti nel mondo. Tra esse particolarmente insidiose sono, da una parte, le
disuguaglianze nell'accesso a beni essenziali, come il cibo, l'acqua, la casa,
la salute; dall'altra, le persistenti disuguaglianze tra uomo e donna
nell'esercizio dei diritti umani fondamentali.
Costituisce un elemento di primaria importanza per la
costruzione della pace il riconoscimento dell'essenziale uguaglianza tra le
persone umane, che scaturisce dalla loro comune trascendente dignità. L'uguaglianza
a questo livello è quindi un bene di tutti inscritto in quella “grammatica”
naturale, desumibile dal progetto divino della creazione; un bene che non può
essere disatteso o vilipeso senza provocare pesanti ripercussioni da cui è
messa a rischio la pace.” (“La persona umana, cuore della pace”, Benedetto XVI,
Messaggio per la XL Giornata Mondiale della Pace, 1° gennaio 2007)
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