Nonostante il caos della notte bianca c'è stata la
possibilità di fare una visita silenziosa in Carmine, dove tantissimi pavesi si
sono fermati in silenzio, vicini a piazza San Pietro, vicini a tutti "gli
uomini e le donne di buona volontà" che chiedono a gran voce la pace. Solo
un portone divideva dal frastuono, eppure neanche un briciolo del rumore della
città scuoteva l'atmosfera della chiesa. Pavia spera per la pace.
“Quale valore ha il
digiuno per la pace? Il digiuno è un invito esplicito fattoci dal Signore e
questo è già un punto di riferimento. Ricordo poi l’aspetto antropologico,
mettere in luce l’attenzione di una persona a un’idealità, a un impegno o a un
incontro possibile. Il digiuno deve infine diventare l’occasione di donare agli
altri un bene che sottraggo alla mia disponibilità. (…)
Nello specifico del
conflitto siriano quali sono le alternative possibili alla guerra? Il punto
di svolta ci sarebbe se tutte le nazioni industriali del pianeta, produttrici
delle armi presenti sul teatro di guerra, si mettessero d’accordo per fermare
il traffico e la vendita degli armamenti. È chiaro che nel giro di non tanti
giorni l’esaurimento delle scorte farebbe mutare l’atteggiamento dei
belligeranti. Sarebbe, dal punto di vista culturale e politico, un grande passo
avanti. Dobbiamo premere sull’opinione pubblica perché ciò avvenga. (…)
Questa giornata
voluta dal Papa sarà un momento di svolta per chi crede nella giustizia e
ripudia la guerra? Si, perché mostra con più evidenza di molti eventi
precedenti che sono in gioco tante cose che sarebbero compromesse dalla guerra.
Mentre non le compromette la ricerca sincera della giustizia nella pace.”
Pavia è solo una tra le migliaia di città sparse per tutto
il mondo che stanno seguendo con viva preoccupazione la situazione in Siria.
Tutti insieme chiediamo la pace.
L’Ue sta affrontando
una difficile crisi economica e forti tensioni sociali. Il Comitato per il
Nobel vuole concentrarsi su quello che considera il più importante risultato
dell’Ue: l’impegno coronato da successo per la pace, la riconciliazione e per
la democrazia e i diritti umani. Il ruolo di stabilità giocato dall’Unione ha
aiutato a trasformare la gran parte d’Europa da un continente di guerra a un
continente di pace. Il lavoro dell’Ue rappresenta la “fraternità tra le
Nazioni”, e costituisce una forma di “congressi di pace” ai quali si riferiva
Alfred Nobel nel 1895 come criterio per il premio Nobel per la pace”. (Premio
Nobel per la pace all’Unione Europea, 2012)
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