Lo stop del Governo al nucleare solleva un polverone di domande e, su tutte, emerge questa: è davvero una vittoria degli ambientalisti? Proviamo ad analizzare la questione da osservatori un po’ più attenti; questo decreto che prevede la sospensione del progetto per il ritorno al nucleare in Italia porta ben tre vantaggi:
- Riduzione affluenza referendum di giugno: il quesito che più “chiamava” la popolazione alle urne era proprio quello riguardante le centrali nucleari;
- Maggiore sicurezza elezioni amministrative di maggio: la paura di un ritorno al nucleare poteva “spostare” i voti anche dei fedelissimi del PdL;
- Possibilità di riprendere il progetto tra qualche mese: quando cioè sarà in parte passata la paura per Fukushima e quando non ci sarà più un referendum con il quale la gente potrà dare un giudizio negativo.
Sembra insomma che, più che una sconfitta del Governo, sia un’abile manovra per evitare tre ostacoli e raggiungere una strada in discesa completamente libera. Quindi… Siamo spettatori impotenti? No!
Io mi auguro che emerga una nuova consapevolezza dentro di noi: non siamo e non dobbiamo essere spettatori passivi di ciò che avviene nel nostro paese. Sulle nostre spalle grava un peso molto dolce: la possibilità di dare una svolta ad una situazione che non ci piace. La possibilità di far parte della storia che scorre e di non restare inermi di fronte a questo flusso continuo. Noi possiamo e dobbiamo farne parte.
Quindi, prepariamoci a rispolverare le nostre tessere elettorali perché, se qualcuno dall’alto cerca di ingannarci, il nostro modo per rispondere è quello di andare lo stesso alle urne. Lì potremo esprimere il nostro pensiero e dimostrare con i numeri che l’Italia è un paese vivo e gli italiani sono desiderosi di essere protagonisti della sua e della loro storia.
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